Non è la prima volta che il nome di Totò, viene pronunciato per esaltarne le doti artistiche ed evidenziare il contributo che ha offerto alla conoscenza e alla diffusione della lingua e della cultura italiana. Grazie a Renzo Arbore, i meriti del “Principe della risata” verranno riconosciuti ufficialmente, attraverso il conferimento di una laurea honoris causa.
Le insistenze di Renzo Arbore, grande cultore dell’opera dell’indimenticato Totò, hanno finalmente trovato una risposta, che proviene direttamente dall’Università Federico II di Napoli. Infatti il prossimo 5 aprile al comico, attore e poeta Antonio De Curtis verrà conferita la laurea honoris causa alla memoria in “Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria”, conferito “per aver incarnato e portato sullo schermo tutte le ‘articolazioni’ dello spettacolo: dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che Totò ha vissuto e saputo catturare. Una cultura – prosegue Arbore – che rispecchia anche una napoletanità nobile che, nella sua carriera artistica e sociale, ha sempre rappresentato naturalmente”
La cerimonia si terrà presso l’Aula Magna dell’Ateneo partenopeo, alla presenza del Rettore Gaetano Manfredi, del Pro Rettore De Vivo, del docente di Letteratura italiana Matteo Angelo Palumbo e dallo stesso promotore della causa, il M° Renzo Arbore, il quale in quella occasione avrà l’onore di dedicare a Totò una speciale “Laudatio”. “Totò – spiega Renzo Arbore – “ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo. Un attore davvero completo. Penso, quindi, che non ci sia persona più meritevole a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere”.
Tra i diversi esponenti della cultura italiana che hanno saputo cogliere l’importanza dell’eredità lasciata da Totò al Bel Paese, c’è stato anche Tullio de Mauro, il linguista che ci ha recentemente lasciati e che spesso ricordava il contributo offerto da Totò alla storia e alla coscienza linguistica italiana. Un lascito linguistico che non si esaurisce alla diffusione di espressioni tipiche della lingua regionale napoletana, ma si estende a neologismi, giochi di parole, motti di spirito, deformazioni lessicali, comunicative espressioni facciali e una serie di gestualità che, a distanza di cinquant’anni dalla morte dell’attore napoletano, si sono innestati all’interno del patrimonio culturale e comunicativo di ogni italiano.
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