Proteste all’Università di Foggia, dove gli studenti iscritti nel corso di Fisioterapia hanno lanciato una petizione online sulla piattaforma Change.org.
A seguito della sentenza del Tar Puglia, l’Università di Foggia ha dovuto emanare un bando di iscrizione per chi ha conseguito un diploma in Massofisioterapia. Chi si iscriverà al bando potrà essere ammesso direttamente al corso di laurea in Fisioterapia dell’ateneo pugliese, senza sostenere alcune test d’ammissione.
La sentenza del Tar ha scatenato l’indignazione dei ragazzi attualmente iscritti al corso di Fisioterapia, che hanno lanciato una raccolta firme online, ottenendo il supporto anche di altri studenti italiani: al momento si contano oltre 3000 adesioni.
C’è una differenza sostanziale tra i fisioterapista e massofisioterapista. Mentre chi sceglie la prima professione deve sostenere i test d’ammissione e iscriversi a un corso di laurea, i secondi devono conseguire un diploma triennale tramite un corso di formazione, quasi sempre a pagamento. La figura del massofisioterapista sarebbe sempre stata considerata di carattere ausiliare, non potrebbe difatti diagnosticare un disturbo o suggerire una terapia da seguire.
“Gli studenti si sentono discriminati – si legge nella petizione online – e chiedono alle Autorità competenti (MIUR e Ministero della Sanità) una presa di posizione sulla presunta equipollenza tra il diploma universitario di Fisioterapista e il diploma di Massofisioterapia, oltre che sull’utilità del test di ammissione.Si ricorda, inoltre, l’importanza della programmazione nazionale del test di ammissione, in quanto l’iscrizione ai Corsi di Laurea per le Professioni Sanitarie, e, quindi, anche al Corso di Laurea in Fisioterapia, deve essere subordinata alla reale disponibilità dei posti nel quadro nazionale”.
Eppure il problema non riguarda solo l’Università di Foggia. Anche gli altri atenei sono interessati dallo stesso fenomeno, grazie al quale chi ha conseguito il diploma di massofisioterapia può adesso raggirare i test d’ammissione e conseguire il titolo. L’atteggiamento di ogni Ateneo è stata determinato dalla decisione del Tar, che però non è stata uniforme su tutto il territorio italiano. Circa un mese fa, il Tar Catania ha respinto il ricorso che un tecnico massofisioterapista aveva avviato contro l’Università di Catania. Il soggetto aveva chiesto difatti l’iscrizione al terzo anno del corso di laurea in Fisioterapia nell’Ateneo catanese.
“Il ricorso è infondato, – si legge nella sentenza del Tar Catania – rilevando il Collegio come il ‘diploma di massaggiatore massofisioterapista triennale’ conseguito, ai sensi della l. n. 403/1971, dal ricorrente nel 2011 non possa considerarsi automaticamente equivalente (come, invece, costui vorrebbe) al diploma universitario di laurea in fisioterapia, atteso il disposto dell’art. 4, comma 1, della l. n. 42/1999 che – nel dettare una specifica disciplina transitoria sulla validità dei titoli formativi acquisti (al di fuori di strutture universitarie) in base alla normativa precedente alla riforma attuativa dell’art. 6, comma 3, del d.lgs. n. 502/1992 di riordino della disciplina in materia sanitaria (c.d. “seconda riforma sanitaria) – espressamente stabilisce come soltanto i diplomi ed attestati conseguiti anteriormente a detta riforma debbano essere riconosciuti dall’Università ai fini della ‘riconversione creditizia’, con conseguimento, per l’effetto, del relativo diploma triennale universitario (c.d. laurea breve)”.
Insomma, anche in questo caso, varrà il detto “Fatta la legge, trovato l’inganno”?
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