Sono passati 10 anni da quel tragico incidente che segnò, in maniera del tutto indelebile, la memoria di ogni catanese. Un giorno maledetto, frutto di una follia che coinvolse centinaia di persone all’interno e all’esterno dello stadio Angelo Massimino di Catania. Un parapiglia generale, in occasione del derby siciliano tra la squadra rossazzurra e il Palermo, che costò la vita all’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti.
2 febbraio 2007, data che sicuramente tantissimi tifosi etnei ricorderanno, così come i cittadini catanesi che dovettero subire diverse accuse non indifferenti dal mondo dello sport e della critica nazionale, a causa di una guerriglia urbana. Una vicenda che ha ancora oggi dei chiaroscuri, nonostante le molteplici sentenze della giustizia penale, che hanno portato all’arresto di alcuni presenti quel giorno fuori dal Massimino, reputati colpevoli del caos generato e della morte dell’Ispettore Raciti.
“Catania commemora oggi un uomo giusto, un tutore dell’Ordine la cui vicenda umana deve rappresentare un esempio e un monito per tutti i cittadini“, ha così commentato il sindaco di Catania Enzo Bianco, che ha inoltre sottolineato che il 17 febbraio al Palazzo degli Elefanti avrà luogo una cerimonia commemorativa in suo onore.
Anche la società Calcio Catania quest’oggi ha voluto ricordare Raciti, raffigurandolo come “un uomo coraggioso caduto nell’esercizio di un dovere interpretato come una missione. Il Calcio Catania rende omaggio alla memoria del valoroso tutore dell’ordine e rivolge un affettuoso pensiero alla famiglia“.
“Filippo – ha dichiarato l’amministratore delegato del Calcio Catania Pietro Lo Monaco – è un esempio che vive nel tempo: l’amore per la legalità che ha sempre affermato e difeso, spendendosi con generosità e valore, è un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire, perché nella legalità è la vera speranza. Questo sport, che piace così tanto, non genera violenza ma spesso è vittima della stessa: il calcio chiede di essere protetto dalla delinquenza e dagli eccessi. La nostra gratitudine per la comprensione di questa esigenza, sempre mostrata da Filippo, accarezza il ricordo dell’uomo e, attraverso la sua luminosa figura, riconosce la fondamentale importanza di chi opera con coscienza per la Pubblica Sicurezza. A dieci anni di distanza dall’incubo del 2 febbraio 2007, siamo vicini alla famiglia Raciti, con profondo rispetto”.