“Indietro non si torna”. Mancano poche ore alla chiusura delle candidature per le elezioni del rettore dell’Università di Catania, e tra i docenti circola una petizione.
Lanciata su change.org dal prof. Sebastiano Battiato, ordinario di Informatica, la raccolta firme nasce per auspicare “che l’azione della prossima amministrazione possa proseguire nella spinta innovativa già avviata e nel percorso di legalità, trasparenza e rilancio dell’Ateneo”.
L’aria è tesa nell’Ateneo catanese, dove il giudizio del Tar sulla rielezione del rettore ha generato nuove fratture e ne ha portato alla luce di vecchie. L’attuale rettore Giacomo Pignataro solo pochi giorni fa ha ritirato la propria candidatura, suscitando la solidarietà e la comprensione di alcuni tra i docenti che hanno firmato la petizione.
“Teniamo a ribadire – scrivono – che la gestione del prof. Pignataro si è caratterizzata come un periodo di riforma istituzionale, improntato a correttezza e democrazia. Lo ringraziamo di cuore per quanto ha fatto. Va inoltre richiamata la violenta campagna denigratoria nei confronti dell’amministrazione Pignataro, fondata su casi immaginari e supposti scandali, sempre ignorando gli elementi di fatto a carico della vecchia gestione. Si tratta di bugie ripetute più volte, affinché potessero assumere parvenza di verità. Nel frattempo il Rettore era fatto oggetto di reiterate denunce per indebolirne l’azione amministrativa e discreditare la sua persona”.
La raccolta firme è stata avviata solo 20 ore fa e, al momento, ha raggiunto oltre 100 firmatari. Il prof. Sebastiano Battiato, all’interno della petizione, non parla solo dell’amministrazione di Pignataro, ma fa anche un passo indietro.
“Nel febbraio del 2013 – si legge nella petizione online – eleggendo come suo Rettore il prof. Giacomo Pignataro, l’Università di Catania ha aperto una fase nuova. Dopo anni segnati da un eccesso di centralizzazione e da uno stile autoritario ma non autorevole, dalla commistione innaturale tra gestione e ambizioni politiche, persino da scandali che avevano visto l’Ateneo coinvolto ai suoi massimi livelli, la maggioranza dei docenti, del personale tecnico-amministrativo e dei rappresentanti degli studenti manifestava con consenso amplissimo una decisa volontà di cambiamento interpretata dalla figura del nuovo Rettore”.
“Può apparire ridondante ricordare – continua – (ma giova ripeterlo) le circostanze che hanno determinato la brusca interruzione del percorso. È a tutti noto che la passata amministrazione aveva lasciato sul terreno una mina da disinnescare: uno Statuto normativamente illegittimo e rigettato dal Ministero. La nuova amministrazione intraprese l’indispensabile azione di modifica e armonizzazione. Nonostante il chiarissimo parere del Ministero che riteneva sanato il vulnus istituzionale con le modifiche statutarie introdotte, l’organo di appello della giustizia amministrativa siciliana ha fatto decadere il Rettore eletto, eludendo la questione della legittimità di una sua ricandidatura”.