Cannabis e cannabinoidi agiscono sui neuroni dell’ippocampo spegnendo le loro centrali energetiche, ovvero i mitocondri: tutto questo provoca a lungo andare gravi perdite di memoria. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Nature da un gruppo di neuroscienziati costituito anche da ricercatori italiani.
Per vivere è necessario un notevole quantitativo di energia, necessaria a far si che tutti i processi biochimici dell’organismo possano avvenire nel modo adeguato. L’uomo trae questa energia dagli zuccheri. Questi per essere utilizzati necessitano di essere scissi in molecole più semplici e ad alto contenuto energetico: l’adenosintrifosfato o ATP. L’ATP costituisce la principale moneta di scambio energetico dell’organismo. Tra tutti i tessuti, quello nervoso necessita di una notevole quantità di energia per il suo funzionamento e dunque richiede un notevole apporto di ATP.
L’adenosintrifosfato è prodotto dai mitocondri, gli organuli cellulari deputati alla respirazione delle cellule. Per la loro funzione cruciale, il malfunzionamento dei mitocondri è associato all’insorgenza di ictus, patologie neurodegenerative e malattie senili. Inoltre, è risaputo che sulle membrane dei mitocondri sono presenti dei recettori per i cannabinoidi. Nel caso di intossicazione da cannabis o da cannabinoidi, questi recettori dei mitocondri risultano massivamente legati ai loro ligandi, dunque viene inibita la produzione di ATP e non ricevendo l’energia necessaria i neuroni dell’ippocampo non sono in grado di adempiere alla propria funzione principale, ovvero quella di elaborare i ricordi: si manifesta in questo modo amnesia.
“Noi abbiamo voluto indagare il legame tra cannabinoidi, mitocondri e amnesia” afferma Pedro Grandes dell’Università dei Paesi Baschi e uno dei principali artefici dello studio “e abbiamo perseguito questa strada studiando dei topi privi di recettori per i cannabinoidi sulla membrana dei mitocondri dei neuroni dell’ippocampo, una struttura cerebrale fondamentale per la formazione di nuovi ricordi”
“La nostra scoperta potrebbe avere un notevole impatto” afferma in fine Pedro Grandes “perchè dimostra che i recettori per i cannabinoidi sulla membrana dei mitocondri dei neuroni regolano i processi di costruzione dei ricordi nell’ippocampo. Inoltre, essa apre nuove strade per bloccare gli effetti collaterali delle terapie a base di cannabinoidi usate per contrastare il dolore e alcune delle più diffuse malattie neurologiche”.