In Italia lavorava gratis, ma in Francia è diventata prof. associato: la storia della siciliana Roberta

Tantissimi sono i ragazzi laureati in Italia con elevate qualificazioni. Addirittura sono molto apprezzati in Europa per la loro preparazione e per i loro curricula. Ma allora perché la maggior parte di questi ragazzi non riecono a trovare un lavoro stabile in Italia? 

Perché le offerte che in patria vengono proposte a questi ragazzi non permettono, il più delle volte, di avere una paga adeguata. Emigrando verso l’estero, infatti, molti di essi riescono ad ottenere migliori offerte di lavoro. È il caso di una laureata in Ingegneria Edile-Architettura, Roberta Zarcone, siciliana, che dopo vari tentativi ed esperienze di lavoro in Italia, tutte sottopagate quando non addirittura gratis, ha deciso di andare in Francia.

Roberta dà testimonianza della sua esperienza in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, nella quale racconta come, una volta laureata presso l’università di Palermo, si reca a Roma dopo aver vinto una borsa di studio al ministero degli Esteri, che alla fine però non le permise di trovare un impiego. Infatti, Roberta a Il Fatto Quotidiano afferma: “Avevo vinto una borsa di studio di tre mesi presso il ministero degli Esteri dove mi dedicai a uno studio sui costi delle case del personale consolare e alla fine tutti mi fecero i complimenti, ma poi mi dissero che non c’era posto per me”.

In seguito, Roberta fa altre esperienze, molte delle quali deludenti perché sottopagate, come un tirocinio a Milano che si rivelò, come dichiara lei stessa a Il Fatto Quotidiano, “una grossa delusione. Mi misero a pulire e ricontrollare i file da mandare ai clienti, con un rimborso spese di 200 euro al mese”.

In seguito, stanca di proposte lavorative poco serie e mal pagate, che non potevano darle la possibilità di una stabilità economica, decide di tentare all’Estero. In particolare, fa domanda presso la scuola parigina di architettura, la Paris Malaquais. L’esito è positivo. Roberta si trasferisce in Francia. Ma non solo trova un lavoro stabile; dopo qualche mese, il professore parigino con il quale lavorava ai progetti della scuola le propone l’insegnamento. Così Roberta tenta ad accedere al concorso per l’insegnamento presso la scuola di architettura di Lille, che riesce a vincere con grande successo, come conferma lei stessa nell’intervista: “Per la mia classe di insegnamento ci presentammo in 60, ma arrivammo solo in due all’orale. Non pensavo di avere possibilità, perché lui era francofono e laureato nella migliore scuola di ingegneria della Francia e invece hanno preso me.”

Testimonianze interessanti, che danno un quadro sulla situazione italiana sull’elevata preparazione dei nostri studenti, ma sulle loro effettive possibilità di carriera in Patria, che dovrebbero indurre a prendere provvedimenti seri sulla situazione in atto, onde evitare ulteriori fughe di cervelli italiani all’Estero.

Roberta Costanzo

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