Tornano anche quest’anno i laboratori culturali dell’Università di Catania aperti anche ai cittadini. L’iniziativa è innanzitutto rivolta agli studenti di tutti i corsi di laurea che, secondo le modalità previste dai propri corsi, possono liberamente sceglierli e acquisire, dopo una verifica finale, 3 crediti formativi universitari, affermando così il principio che esistono tematiche trasversali che non possono non essere parte integrante della formazione universitaria e non solo, quale che sia lo specifico percorso di studi seguito.
Ma la possibilità di frequentare le attività è offerta inoltre a tutti gli insegnanti, gli operatori sociali e ai cittadini interessati. Si tratta infatti di tematiche che legano lo studio alla realtà che ci circonda e il cui approfondimento mira a sviluppare una coscienza critica come presupposto ineliminabile per una cittadinanza attiva, come presidio di processi di partecipazione democratica.
È il caso, ad esempio, dei Laboratori di Ateneo “Territorio, migrazioni, ambiente e mafie“, dedicati alla memoria del magistrato catanese Giambattista Scidà, giunti alla terza edizione, con la partecipazione attiva di alcuni dipartimenti e il contributo di associazioni della società civile impegnate nel territorio sulle tematiche che riguardano, a diversi livelli, la legalità e il contrasto alla mafia.
“Migrazioni, Diritti e Confini. Strategie europee e dimensioni locali” (coordinatrici Adriana Di Stefano e Teresa Consoli); “Storia, Ambiente, Mediterraneo” (coordinatori Salvatore Adorno e Marisa Meli); “Mafie e informazione. L’azione civile del giornalista, i rischi, il rapporto con le istituzioni, la deontologia professionale” (coordinatori Alessandro De Filippo e Antonio Fisichella); “Donne e mafia” (coordinatrice Simona Laudani); “I paesaggi delle mafie. In memoria del Prof. Ing. Pippo D’Urso” (coordinatore Filippo Gravagno); “Genesi e trasformazioni degli strumenti normativi di contrasto alle associazioni mafiose” (coordinatore Ernesto De Cristofaro): questi i titoli dei sei differenti laboratori attivati, ai quali è possibile iscriversi secondo le modalità indicate nell’avviso pubblicato sul sito d’Ateneo www.unict.it entro il 31 ottobre prossimo. Nell’avviso sono inoltre riportate le informazioni sui contenuti didattico-culturali, sulle modalità d’iscrizione e sulle indicazioni temporali relative al loro svolgimento nel corso dell’anno accademico 2016-2017 e i riferimenti dei docenti coordinatori.
Si riconferma, poi, anche quest’anno – sulla scia dell’ampio riscontro di interesse e partecipazione ottenuto nella sua prima edizione – il laboratorio di Ateneo dal titolo “Conoscere il mondo islamico”, promosso dal dipartimento di Scienze umanistiche in collaborazione con il Centro per gli Studi sul Mondo Islamico Contemporaneo e l’Africa (CoSMICA), e coordinato dai docenti Mirella Cassarino (Lingua e letteratura araba), Laura Bottini( Storia dei Paesi islamici), Cristina La Rosa (Lingua e letteratura araba), Nicola Laneri (Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico). Esso intende offrire – grazie all’apporto di docenti etnei e provenienti da altri atenei italiani – alcuni strumenti utili per comprendere la complessità che caratterizza il mondo islamico dal punto di vista storico, culturale e sociopolitico, imparando a conoscere in dettaglio fondamentali aspetti delle società islamiche che, molto spesso, vengono banalizzati dai media e a comprendere differenze e assonanze religiose, linguistiche e culturali delle popolazioni che abitano l’ampio arco geografico che si trova lungo la costa sud-orientale del Mediterraneo, fino all’Iran.
Lo studio del vicino oriente antico e moderno diviene quindi centrale nell’Ateneo, che già promuove scavi archeologici in Turchia, Libia e, in futuro, in Iran, e dove sono attivi scambi culturali con importanti università del bacino centro-orientale del Mediterraneo, come ad esempio, Università di Tel Aviv e Università di Bar-Ilan (Israele) e Università Selcuk e Università Ege (Turchia). A questo laboratorio sarà possibile iscriversi, fino a lunedì 31 ottobre, inviando una mail all’indirizzo infolabarab@gmail.com (gli studenti devono obbligatoriamente indicare il proprio numero di matricola).