SCUOLA – Giannini: ho rispettato le promesse fatte agli studenti

Torna a palermo la ministra Giannini e lo fa nel corso di un’intervista con gli studenti. Nel 2013, quando non era ancora ministro, aveva fatto delle promesse agli studenti, tramite il sito Skuola.net, affermando che se fosse diventato ministro, avrebbe migliorato diverse cose secondo le priorità degli studenti. Adesso, dopo due anni, Stefania Giannini fa un bilancio sulle promesse di allora, sui cambiamenti e prospettive della scuola.

Innanzitutto una questione che gli studenti hanno messo in primo piano: il diritto allo studio. Così la Giannini replica: “Abbiamo incrementato notevolmente il fondo per il diritto allo studio, che è passato da 162 milioni a 212 milioni. E’ un primo passo ma è un passo davvero importante per gli universitari. Stiamo andando nella direzione di un’attenzione che nessun governo negli ultimi anni aveva posto sul tema del diritto allo studio”.

La stessa ministra aveva auspicato un finanziamento di 8 mld in 5 anni per risollevare le sorti della scuola. “Dopo tre anni si può dire che i conti tornino – sostiene – se consideriamo i 4 miliardi come fondo per l’edilizia scolastica, i 3 miliardi contenuti nella legge 107 della ‘Buona Scuola’, a cui va aggiunto il miliardo del Piano nazionale sulla scuola digitale”.

Digitalizzazione, alternanza scuola-lavoro, edilizia scolastica, scuole aperte d’estate: sono questi i 4 punti attorno cui dovrebbe ruotare, secondo gli studenti, il futuro delle strutture. “Fa piacere che i contenuti della riforma sulla ‘Buona Scuola’ siano simili alle esigenze dei ragazzi – sottolinea Giannini – solo l’ultimo punto non ne fa parte ma è comunque un progetto che mi sta molto a cuore”.

Altro punto fondamentale è il recupero della dispersione scolastica. Il riferimento è alle scuole aperte d’estate. Per il 2016 ci si è concentrati sui quartieri complicati di quattro grandi aree metropolitane (Roma, Milano, Napoli, Palermo). “È un progetto nato per tamponare la dispersione scolastica, che in alcune zone supera il 20%, ben oltre la media europea del 12%. A me piace chiamarlo il ‘progetto educativo dell’aggregazione’, il modo per mettere la scuola al centro della comunità in cui si trova”.

Per ultimo, ma non meno importante è il problema dell’edilizia scolastica. Gli studenti chiedono che gli edifici scolastici siano ambienti più vicini ai loro interessi, con laboratori attrezzati, palestre, più spazi verdi e luoghi per il dialogo. In molti portano ad esempio il ‘modello finlandese’. “Fino a un paio d’anni fa – ammette la Giannini – sarebbe stata utopia parlare di questi argomenti; oggi, con 100 milioni di euro stanziati ogni anno per i laboratori e per la riorganizzazione degli spazi la strada è tracciata; non vorrei però imitare nessun modello; anche perché molto dipende dal contesto urbano in cui si trovano gli istituti”.

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