In data 7 aprile 2016 è stato pubblicato in GU il decreto disciplinante lo svolgimento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Come già anticipato da LiveUnict c’erano in corso degli aggiornamenti divenuti effettivi dopo aver sentito i pareri del Consiglio Nazionale Forense (CNF) e del Consiglio di Stato il Governo ha completato il D.M. 48/2016.
È composto da 11 articoli, tra i quali l’art 4 che riguarda lo svolgimento delle prove scritte, l’art 5 dedicato alla correzione e infine l’art 6 sullo svolgimento delle prove orali. L’obiettivo del nuovo decreto è assicurare la trasparenza e la parità di trattamento di tutti i candidati secondo il principio di uguaglianza. A tal fine è previsto un meccanismo di chiavi asimmetriche protette da un meccanismo di crittografia per salvaguardare i temi consegnati e i locali dell’esame saranno monitorati dallo spettro radioelettrico con schermatura delle frequenze della telefonia cellulare e dei collegamenti wi-fi. I candidati non possono introdurre nel locale degli esami strumenti informatici, carta, libri o altro. L’elaborato può essere annullato se si accerti che sia stato copiato o provenga da altra fonte.
Le prove orali saranno pubbliche tra l’arco temporale di 45 minuti e 60 minuti, le domande saranno estratte con modalità informatica all’interno di un database.
Si torna ai criteri di forza del decreto 112/03 ossia i criteri volti ad accertare l’idoneità del candidato ad accedere alla professione forense:
1)chiarezza, logicità e rigore metodologico dell’esposizione;
2)dimostrazione della concreta capacità di soluzione di specifici problemi giuridici;
3)dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati;
4)dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarietá;
5)dimostrazione della conoscenza di tecniche di persuasione e argomentazione;
Bocciata la proposta di introdurre prove a test di selezione informatica perché ovviamente poco idonee a cogliere la preparazione del candidato e soprattutto l’acume giuridico per la professione in sé.
Ci sono anche dei contro in questa riforma:
1)la formazione della commissione preposta all’esame di Stato che annovera magistrati in pensione e ricercatori in modo gratuito potrebbe non essere molto motivata in un compito così delicato quale l’abilitazione forense;
2)le domande orali sorteggiate da un database potrebbero cogliere di sorpresa e mettere in imbarazzo lo stesso commissario e il candidato dovrà essere scaltro a dare la risposta senza esitazione;
Secondo voi sono queste le giuste modalità di un esame di abilitazione forense?
Fonte: quotidianogiuridico.it
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