È notizia di questi giorni, sulla bocca di tantissimi catanesi e non, la querelle relativa alla presunta deturpazione di parte dell’antico sagrato della Cattedrale di Catania, causa una colata di asfalto che ha fatto gridare allo scandalo giornali, più interessati al click baiting che a fare notizia, e cittadini.
Sovraintendenza non informata, pioggia di commenti negativi sul Comune che ha partecipato allo scempio, chiesa che si difende a spada tratta e tutto quello che ne consegue con il finto buonismo cittadino ed uno scandalo che…non esiste!
E sono proprio i cittadini i diretti interessati, coloro che hanno a cuore il patrimonio catanese ma non si fanno scrupoli a sporcare ed infangare la città alla prima occasione. La cosa che ci si chiede a questo punto è: da quanto tempo la gente non calpesta il sagrato della chiesa? Oppure, c’è la possibilità, neanche tanto remota, che non si guardi dove si mettano i piedi?
Non si vuol difendere nessuno sia chiaro, perché brutto era l’asfalto di prima e ancor più brutta è quella nuova enorme chiazza nera di bitume e pietra calcarea davanti ad una Cattedrale così finemente realizzata, ma asfalto era e asfalto è adesso; riportando un vecchio detto islandese “chiamala comu voi ma sempri cucuzza è“.
Caso vuole dunque che l’asfalto del sagrato, nei pressi dell’entrata alle Terme Achilleane, sia presente da decenni, senza che interessasse a qualcuno e senza che nessuno si preoccupasse più di tanto del recupero dell’originaria pavimentazione andata persa nei secoli.
Si è disturbato anche l’esperto storico d’arte Vittorio Sgarbi con il suo hashtag #Italiasfregiata che, dall’alto dei suoi followers e dei tanti like, non si è neanche premurato di informarsi a riguardo, prima di sparare a zero su ciò che fosse avvenuto realmente e su quale patrimonio fosse stato deturpato. Probabilmente anche l’asfalto bituminoso decadente merita una particolare attenzione nella storia dell’arte e pochissimi, se non nessuno, ne erano a conoscenza.
In realtà il sagrato della Cattedrale, già asfaltato in antichità e pieno di insidie, date le numerose buche ed il terreno sdrucciolevole, è stato “rimesso a nuovo” in occasione dell’apertura della Porta Santa della chiesa per l’anno giubilare della Misericordia indetto da Papa Francesco. Monsignor Barbaro Scionti, che ha in cura pastorale la Cattedrale, ha così commentato: “Non è stato deturpato nessun pavimento ottocentesco, abbiamo solo ripristinato l’asfalto che era già presente da tempo e che poteva causare disagi a quanti lo calpestassero; terreno reso pieno di insidie dal naturale deterioramento del tempo“.
Intanto, pare che finalmente si stia muovendo qualcosa per cercare di ripristinare la vecchia ed originaria pavimentazione che, ad oggi, sembra la cosa più giusta e sensata da fare in luogo di questa brutta visione, nera come la pece.