Nessuna trattativa tra i sindacati e il Ministero dell’Istruzione per la mobilità degli insegnanti per il prossimo 2016.
Per quanto riguarda i meccanismi di mobilità vigenti fino a questo momento rimane ancora in vita la mobilità a domanda, ma potrà verificarsi solo tra gli ambiti territoriali. Questo significa che gli insegnanti potranno richiedere il trasferimento, ma senza avere una certezza della sede che verrà loro assegnata d’ufficio e con incarico triennale.
Verrà, dunque, attuata la chiamata diretta dei presidi voluta dal premier Renzi. I dirigenti chiameranno i docenti che presenteranno la domanda di trasferimento o passaggio secondo la loro volontà di conferire o meno l’incarico. Ma vediamo in che modo gli insegnanti potranno ricevere una sede.
Insegnanti assunti nelle fasi 0 o A e docenti di sostegno:
Gli insegnanti assunti nelle fasi 0 e A e i docenti di sostegno delle scuole secondarie di secondo grado saranno esclusi dalla chiamata dei presidi.
Insegnanti ammessi nelle fasi B e C:
Gli insegnanti ammessi nelle ultime due fasi della Buona scuola, B e C, verranno collocati nei nuovi ambiti territoriali, che differiranno dalla sede provvisoria alla quale sono stati immessi nell’ultimo periodo. Verrà quindi effettuato un rimescolamento e non ci sarà una differenza tra le due fasi. Gli insegnanti dovranno presentare, nei primi mesi del 2016, la domanda di mobilità con la scelta delle sedi in ordine di preferenza attenendosi ai 380 ambiti territoriali. Sorge ancora un problema: più grandi saranno gli ambiti più aumenteranno i chilometri per raggiungere la scuola.
I sindacatati, tuttavia, avevano chiesto di rimandare di un anno la riforma degli ambiti, ma la richiesta è rimasta inascoltata dal Miur che sta proseguendo nell’attuazione della riforma. A questo si aggiunge che i docenti che dovranno effettuare la domanda di mobilità la presenteranno senza conoscere gli ambiti, che verranno resi noti solo alla fine del prossimo giugno 2016.
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