Fino a qualche anno fa la parola tumore così come quella di altre gravi malattie, generava molta paura, inutile nascondersi che non deve essere assolutamente facile fare i conti con una diagnosi del genere. Tuttavia, in maniera silenziosa i ricercatori non smettono di studiare e progredire nella lotta contro il cancro e numerose campagne di informazione incrementano la consapevolezza delle persone sull’importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano.
Uno dei tumori più diffusi è quello al seno, che è il più frequente nelle donne, ed è dovuto alla proliferazione anomala di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in maligne. Il 75% dei casi riguarda le donne con un’età superiore ai 50 anni. Le donne tra i 25 e i 30 anni sono più soggette al fibroadenoma, una forma di tumore benigno che si manifesta come un nodulo duro, molto mobile, e generalmente doloroso, palpabile con la mano.
Diversi studi hanno dimostrato che tra le cause dell’insorgenza del tumore al seno sono coinvolti un eccessivo consumo di estrogeni e una componente genetica. Sono stati, infatti, scoperti i geni BRCA-1 (Breast cancer) e BRCA-2 le cui mutazioni determinano un aumento del rischio di cancro al seno e all’ovaio.
Il vecchio detto “prevenire è meglio che curare” è un grido di battaglia di medici e ricercatori che da anni sono in prima linea per diffondere una maggiore attenzione alla prevenzione e all’autodiagnosi: infatti se diagnosticato allo stadio 0, la sopravvivenza delle donne a 5 anni è del 98%; per questo è essenziale fin da giovani ricorrere agli strumenti di prevenzione.
Per le giovani donne si ricorre soprattutto all’ecografia mammaria e all’autopalpazione, mentre nelle donne con età superiore ai 50 anni diventa obbligatoria la mammografia.
L’autopalpazione è un esame molto semplice da eseguire, la cui utilità è soprattutto quella di evidenziare un campanello d’allarme, ma non è sostituibile all’ecografia mammaria per raggiungere una diagnosi. E’ costituito da due momenti: l’osservazione e la palpazione.
Ecco come eseguire un’autopalpazione corretta
Inizialmente bisogna disporsi in piedi, di fronte ad uno specchio, con le braccia lungo i fianchi e osservare attentamente la forma e l’aspetto dei seni, cosi da poter individuare in futuro eventuali anomalie. L’osservazione viene ripetuta poi di profilo e in seguito frontalmente allo specchio, con le braccia alzate (la classica posizione: altolà al sudore, per intenderci). Un’ultima osservazione va compiuta poggiando le braccia lungo i fianchi e gonfiando il petto: in questo modo la pelle sarà tesa e potranno essere evidenziati più facilmente alterazioni cutanee.
Per eseguire l’autopalpazione bisogna sdraiarsi e distendere le dita delle mani lungo le mammelle, per evidenziare eventuali noduli. Successivamente bisogna porre un cuscino o un’asciugamano ripiegata sotto il lato del corpo che si vuole esaminare. Se si vuole esaminare la mammella sinistra, porre la mano sinistra dietro la testa e con la mano destra eseguire dei movimenti a spirale dall’esterno verso l’interno (quindi verso il capezzolo). E’ importante poi controllare la zona tra l’ascella e la mammella, sia tenendo il braccio sollevato che abbassato. Bisogna ricordare che nella curva più bassa di entrambe le mammelle c’è un bordo di tessuto più sodo. Questa manovra può essere eseguita anche stando sedute. Infine, premere il capezzolo per accertarsi che non ci siano secrezioni, nel caso,ovviamente, ricorrere al medico per questa e qualsiasi altra anomalia.
Che ne dite ragazze? A volte dieci minuti davanti allo specchio permettono di vincere una battaglia!