Il Tito Livio di Milano, liceo classico statale, sarà la prima scuola superiore bilingue.
La preside Amanda Ferrario :”Abbiamo capito che il futuro è lì, per questo abbiamo deciso di fare una scommessa: importare l’esempio del Politecnico in una scuola superiore, per la prima volta pubblica e non privata”.
Gli studenti impareranno a tradurre Seneca e Aristotele come gli altri licei, dovranno conoscere i versi di Dante e di Montale ma con la differenza che faranno lezione in inglese. Tutte le materie dal latino alla matematica senza remora saranno insegnate in inglese, a Milano già la grande realtà del Politecnico ha dato una svolta ai trazionali insegnamenti infatti a partire da quest’anno tutte le materie della laurea specialistica sono in lingue inglese.
Il passaggio per una scuola bilingue non è di certo semplice, i docenti da quest’anno e per due anni di fila seguiranno dei corsi intensivi di inglese per perfezionare la lingue e consegueire il livello b1, hanno aderito ben 30 docenti su 50 dell’organo lasciando incredula la preside, la formazione sarà affidata allo Shenker che è lo stesso istituto che ha seguito i docenti del Politecnico. Una convenzione firmata dal liceo permette alla scuola di poter usufruire per i primi due anni di insegnanti madrelingua a titolo gratuito. Tra i banchi ci saranno gli studenti che oggi sono iscritti in prima. “Non c’è nulla di obbligatorio”, assicura la scuola: verranno garantite classi con i tradizionali corsi in italiano per gli alunni che lo vorranno. Dai primi sondaggi fatti con le famiglie, però, il timore è che il numero di richieste sia tale da non riuscire ad avere posto per tutti, alm
eno all’inizio.
Partendo in tempo, l’idea sarebbe di portare gli alunni di terza a sostenere l’esame di stato in inglese e l’ultimo step sarebbe riuscire a ottenere che il diploma conseguito in Italia valga in Gran Bretagana, l’omonimo dell’Esabac francese.
“Deve esserci un accordo bilaterale fra i due Paesi – precisa Ferrario- è iter abbastanza lungo ma abbiamo avviato le procedure con il Ministero e contiamo di avere tutte le carte in regola”.