Proseguono senza sosta le indagini intorno al filone “I treni del gol” della Questura di Catania. Dopo aver arrestato i vertici della società Calcio Catania, tra cui il presidente Pulvirenti ed il suo braccio destro Pablo Cosentino, sono proseguite le perquisizioni domiciliari e locali nelle abitazioni degli uomini coinvolti.
In particolare, come spiega la stessa Polizia di Stato attraverso un comunicato, ad Impellizzeri “è stato trovato infatti in possesso nella propria abitazione di svariate somme di denaro contante, di cui la maggior parte occultate in diversi punti del controsoffitto, per un totale complessivo di oltre € 100.000,00, nonché, presso l’ufficio, di un localizzatore di microspie a radio frequenza“.
Stessa sorte anche per Di Luzio, tesserato del Genoa Club, il quale è stato trovato “in possesso nella propria dimora di Roma di documenti ed appunti, ora al vaglio degli investigatori, di sicuro rilevo penale in quanto contenenti dei riferimenti al Catania Calcio ed alle somme di denaro versate“.
La Questura ha inoltre elencato i nomi di calciatori a piede libero coinvolti nella vicenda, tra cui Cristian Terlizzi (possibile “treno direttissimo 33” citato nelle telefonate), Pagliarulo e Daì del Trapani, Bernardini del Livorno e Bruscagin del Latina.
In attesa dei primi interrogatori, che dovrebbero svolgersi a partire da giorno 29 giugno, arrivano le dichiarazioni dei massimi esponenti del calcio che fanno tremare la piazza di Catania ed i suoi tifosi; “Saremo inflessibili con chi ha sbagliato – ha dichiarato il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Tavecchio -. La Figc sarà parte lesa, ci eravamo resi conto che qualcosa non andava ma non pensavamo a questi livelli. Stiamo pensando a un casellario giudiziario per lo sport, ma concordo con Abodi: il campionato è stato regolare“.
Dello stesso avviso anche il numero uno della Lega Serie B Abodi: “Assicuro che la Lega che rappresento, come è già successo nell’ambito del procedimento penale attivato dalla Procura di Cremona, non darà tregua ai responsabili di queste nefandezze, perseguendoli in sede sportiva e penale. La prima reazione è sicuramente di dolore, perché lavoriamo ogni giorno per rendere più credibile il nostro contesto e per aumentarne la reputazione, e certe notizie fanno più male di una coltellata. Non mi basta sapere o pensare che la stragrande maggioranza dei club e dei giocatori sia pulita e corretta, perché basta un delinquente per mettere a repentaglio tutto e questo non è giusto“.