La seconda rata delle tasse universitarie calcolata con l’Iseeu: tutti gli studenti sembreranno più ricchi?
Il Regolamento 159 entrato in vigore a febbraio del 2014 ha completamente riformato l’Isee, con l’obiettivo di avere una maggiore trasparenza sullo stato reddituale dei cittadini, tuttavia penalizzando, secondo gli studenti, i più deboli.
L’Iseeu tiene conto, infatti, di tutti i redditi disponibili, in primis la borsa di studio: «Siamo i primi a voler combattere chi imbroglia – dice Alberto Campailla, protavoce di Link – ma è assurdo considerare la borsa di studio un reddito. Non vorremmo che con una giusta riforma si stia cercando di tagliare la spesa pubblica facendo pagare i più svantaggiati».«Inoltre – continua Chiocchetta – contestiamo anche il fatto che il reddito del lavoro dei fratelli adesso venga conteggiato per intero mentre prima era ridotto del 50%, come anche la previsione che vengano considerati i redditi del genitore divorziato che non versa alimenti».
Meno preoccupati i Caf, adesso che uno degli elementi più contestati del regolamento – quello che considerava reddito anche le provvidenze per le disabilità – è stato bocciato dal Tar del Lazio: «ci sono alcune problematicità nel nuovo Isee, ma per capire i reali effetti bisognerà vederlo all’opera – dice Dino Giornetti, portavoce della Consulta nazionale dei Caf – tuttavia è sbagliato avere una visione catastrofista: si tratta di uno strumento certamente più trasparente dove buona parte dei dati sono controllati preventivamente grazie alle banche dati di Inps e Agenzia delle Entrate e che prevede delle franchigie, ovvero degli sconti, in grado di annullare in molti casi il peso dei nuovi redditi inseriti».
Secondo Giornetti, ad esempio, la categoria degli studenti non è la più sfavorita: «Aspettiamo di vedere i dati reali, ma secondo le nostre proiezioni uno studente borsista che vive con i genitori entrambi dipendenti in una casa in affitto, potrebbe avere un Iseeu più favorevole. Poi è vero che potrebbero esserci delle casistiche più penalizzate, ma si tratta di situazioni percentualmente poco significative: per esempio una famiglia in cui ci siano due fratelli borsisti ed entrambi lavoratori. Comunque, si tratterebbe di un innalzamento che potrebbe non comportare una esclusione dalle agevolazioni». Per il momento, dice Giornetti, il problema è più che altro di natura tecnica: «Stiamo avendo problemi con gli studenti stranieri, che non riescono a inserire i redditi dei loro genitori residenti all’estero perché ovviamente non sono muniti di Codice fiscale italiano. E nei moduli non si può più inserire chi non ha un Codice fiscale, ma entro pochi giorni anche questo problema di natura tecnica verrà risolto dai Ministeri competenti».
Diverso il parere delle Aziende per il diritto allo studio, che prevedono una contrazione delle domande per la borsa di studio e, di conseguenza, del numero di idonei, lamentando inoltre i drastici tagli economici a sfavore del mondo universitario.