Metropolis, il capolavoro di Fritz Lang di nuovo al cinema

Metropolis, il classico del regista austriaco Fritz Lang, torna a essere proiettato nei cinema italiani a partire dal 16 marzo.

Nello specifico, la versione che verrà proposta al pubblico sarà una nuova edizione rimasterizzata e il più possibile vicina all’edizione originale del 1927, realizzata grazie ad una bobina trovata nel 2008 a Buenos Aires e conservata fino ad allora da un collezionista privato. La bobina, preservata adesso presso la Fondazione Friedrich Wilhelm Murnau in Germania, è stata utilizzata dalla stessa fondazione insieme al Deutsche Kinemathek per integrare il 95% del materiale andato perduto durante la Seconda Guerra Mondiale; al termine di essa, erano infatti sopravvissuti soltanto i tre quarti della pellicola originale. Le scene aggiunte, dalla durata di ben 25 minuti, portano il montato finale a ben 150 minuti totali. La versione restaurata sfoggerà inoltre la colonna sonora originale, orchestrata originariamente da Gottfried Huppertz, ma qui ricostruita ed eseguita da Frank Strobel, alla guida della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin.

Metropolis, per chi non lo conoscesse già, oltre a essere un film simbolo del cinema muto espressionista tedesco, è anche un cult del cinema di fantascienza, un kolossal che ha richiesto 17 mesi di lavorazione, per definire una realtà futuristica e distopica che anticipa quella descritta in 1984 di George Orwell, una realtà costruita visivamente grazie alle migliori tecnologie del tempo.
Fritz Lang, per la realizzazione dei grattacieli di Metropolis, fa infatti ricorso a tecniche allora considerate di ultima generazione, come lo stop motion (usato anche in tempi più o meno recenti, in particolare da Tim Burton in Nightmare before Christmas ma anche ne La sposa cadavere, ma adesso completamente scavalcato dalla diffusione ed il progresso della computer grafica) e il cosiddetto effetto Schüfftan, espediente che permette di realizzare scenografie suggestive e di introdurre oggetti non presenti fisicamente sulla scena (tecnica degna di nota, ma anch’essa completamente sorpassata dall’uso del Matte e del Chroma Key). Ai suddetti trucchi, si aggiunge la presenza di 35000 comparse, 2000 costumi e di monumentali scene di massa. Tutta questa maestosità viene ottenuta al prezzo di 5 milioni dei marchi tedeschi di allora, ma maestoso è anche il fiasco commerciale del film, che di marchi ne riprende soltanto 75000. Nonostante il fallimento e nonostante le feroci critiche ricevute al tempo, Metropolis verrà rivalutato negli anni a seguire e apprezzato oltre che per la sua già citata magnificenza visuale, soprattutto per il tipo di realtà che racconta.

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Quella di Metropolis è una storia suddivisa in tre parti, Prologo, Intermezzo e Furioso. Un’impostazione da opera lirica per una narrazione a metà tra la parabola e la favola, e che forse trova una classificazione adeguata soltanto tra le fila del dramma musicale. Protagonisti sono il giovane Freder Fredersen (interpretato da Gustav Frohler) e il doppio personaggio di Maria, presente in versione umana e in versione Donna-robot, e interpretata dalla bellezza atipica Brigitte Helm. I due appartengono non solo a due classi sociali distinte, ma a due mondi letteralmente differenti: Freder vive infatti in una sorta di paradiso terrestre tra i grattacieli della città, popolati dagli strati più facoltosi della società, mentre Maria si erge a portavoce dei figli del sottosuolo, massa di operai che si trascina nelle più brutali e impietose condizioni.
Garante dello status quo è il dittatore e imprenditore Jon Fredersen, padre di Freder e signore assoluto di Metropolis.

Ricordandovi che il capolavoro di Fritz Lang sarà presente in 70 sale del territorio nazionale a partire dal 16 marzo, ma anche che, nel caso non aveste l’opportunità di vederlo al cinema, potrete scoprirlo e riscoprirlo anche in libreria, grazie alla contemporanea pubblicazione di un cofanetto contenente due dvd più un booklet di approfondimento, vi rimandiamo alla visione del trailer.

Daniele Di Stefano

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