Immediata e repentina la replica del Rettore dell’Università degli Studi di Catania Giacomo Pignataro, in merito alla vicenda di probabile commissariamento dell’ateneo catanese in seguito a delle illegittimità sullo Statuto sottolineate dalla sentenza del CGA.
Questa la replica del Magnifico inviata alla nostra redazione:
In merito alla sentenza del CGA per la Regione Siciliana, relativa allo Statuto dell’Università di Catania, ritengo opportuno e doveroso segnalare alla nostra comunità accademica e insieme al nostro territorio quanto segue:
- La sentenza si esprime su un ricorso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca contro l’emanazione dello Statuto di Ateneo, avvenuta il 30 novembre 2011 nonostante i rilievi di legittimità e di merito formulati dallo stesso Ministero, dichiarando l’illegittimità della procedura di emanazione;
- Successivamente al mio insediamento, è stato avviato un processo di modifica dello Statuto volto, tra l’altro, a intervenire proprio sulle norme contestate dal Miur, conclusosi con una delibera del Senato Accademico del 30 settembre 2014 che ha approvato in via definitiva le modifiche statutarie: tali modifiche hanno ricevuto l’apprezzamento del Ministero, il quale ne ha anche autorizzato la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale;
- Grazie a questo intervento di modifica, concordato e condiviso dal Miur, l’Ateneo risulta oggi tutelato dalle potenziali conseguenze negative sulla propria attività istituzionale derivanti dalla recente sentenza del CGA;
- L’Ateneo ha comunque, in modo sereno e doveroso, già preso contatti con l’Avvocatura distrettuale dello Stato, che ha rappresentato in giudizio il Miur, e con lo stesso Ministero, proprio al fine di richiedere un autorevole conforto alle decisioni fin qui assunte, come è metodo correntemente praticato dalla mia amministrazione.
Questa vicenda dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come una linea di confronto, non soltanto interno all’Ateneo ma con le altre Istituzioni, sia l’unica strada per affermare un esercizio responsabile della propria autonomia, senza esporre l’Ateneo a conflitti ricorrenti oltre che a rischi giudiziari inutili e dannosi.
Ricordo che già nel mio precedente ruolo di consigliere di amministrazione, in una lettera aperta al Rettore di allora, ebbi ad esprimere preoccupazione per il fatto che il confronto con il Ministero potesse svolgersi nelle aule giudiziarie e a richiedere pertanto un percorso di equilibrio istituzionale.
Ritengo che il percorso oggi intrapreso, di leale e corretta collaborazione con le altre Istituzioni e in primis col Miur, come prescritto dalla nostra Costituzione (lo ricorda la sentenza), coerentemente con questa linea di confronto ed equilibrio, stia producendo i suoi frutti, che consentono al nostro Ateneo di procedere con la dovuta serenità e fermezza in una strada di rinnovamento e di necessario rilancio.
Giacomo Pignataro
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