Un punto di vista giovanile di fronte al flusso di informazione che ci bersaglia.
Lo stato islamico non è un mero raduno di psicopatici guidati da Abu-Bakr al-Baghdadi. L’Isis, conosciuto anche come Islamic State of Iraq and Siria, è un gruppo religioso che crede risolutamente all’arrivo prossimo del giorno del giudizio.
All’ideologia sacra di partenza è strettamente connessa una seconda convinzione: quella di voler ristabilire il territorio del califfato all’interno di confini precisamente stabiliti. Attualmente, esso si estende dal Nord della Siria all’est dell’Iraq e detiene sotto scacco circa sei milioni di persone.
La storia ci insegna che l’intrecciarsi di ideologie politiche e credenze religiose non comporta pacifici risvolti in ambito internazionale e il progetto di conquista dell’Isis ha già innescato reazioni e repliche provenienti dalla maggior parte dei “fronti” occidentali.
Ma prima di passare alle questioni internazionali, è corretto specificare ancora qualcos’altro sull’organizzazione del sistema religioso che sta terrorizzando l’occidente: si stima abbia un esercito formato da più di ottantamila combattenti e che alla composizione delle milizie partecipino uomini e donne di varia provenienza.
Rilevante questione è quella inerente alle economie dello stato islamico: senza risorse finanziarie, infatti, sarebbe impossibile portare avanti un progetto di queste dimensioni. Il business del petrolio conduce nelle casse degli estremisti islamici circa tre milioni di dollari al giorno e, a questa base economica, bisogna aggiungere il bottino prodotto dalle conquiste di territori in cui risiedono banche e servizi finanziari vari. Il business è ampliato dai riscatti che derivano dai rapimenti e sussiste anche una percentuale di finanziamenti che provengono da identità ancora sconosciute. Chiaramente, sono proprio queste ultime a preoccupare maggiormente: cosa e chi può esserci dietro a un disegno simile?
Altro interrogativo importante che ci si pone è: qual è la connessione con Al Qaeda?
L’Isis rappresenta l’evoluzione dell’organizzazione guidata per anni dall’ormai scomparso Osama Bin Laden e si è spesso fraintesa la natura dello stato islamico facendo riferimento netto ad Al Qaeda, deviando dalla obiettiva constatazione che l’Isis, in realtà, ha eclissato totalmente il movimento islamista precedente portando a un superamento dello stesso, pur mantenendo l’obiettivo primario: la nascita del califfato islamico.
L’organizzazione di Bin Laden, a differenza dello stato islamico che pretende di ottenere legittimità territoriale tramite l’organizzazione di un esercito indipendente, era flessibile e costituita da una rete di cellule geograficamente diffuse. L’uso del web da parte dei funzionari dello stato islamico è diventato sempre più frequente: la jihad digitale ha portato alla creazione su Twitter di un profilo anonimo denominato Operation Ice ISIS: le operazioni, gli obiettivi e le minacce vengono diffuse anche da lì. L’ultimo tweet, ad esempio, è proprio del 22 Febbraio scorso e informa i 29.600 follower che l’ISIS ha completamente distrutto una storica moschea in Iraq.
Non poco impatto hanno le modalità con cui i mass media europei, e soprattutto italiani, diramano notizie e novità inerenti a questa tematica: si è diffuso, infatti, una sorta di schema informativo che incoraggia proprio quella strategia del terrore che è tipica del gruppo estremista in questione. Da mesi giornali e quotidiani di ogni caratura pubblicano titoloni, passateci il termine, relativi a imminenti attacchi terroristici che hanno come obiettivo l’occidente.
Negli ultimi giorni lo spettro terroristico sembra transitare soprattutto per il meridione d’Italia, luogo in cui sbarcano costantemente emigrati provenienti dalle coste Nord Africane, e minaccia di essere già sui territori del bel paese mosso dall’intento di risalire rapidamente la penisola raggiungendo la meta: Roma.
I Grandi Giornali della nazione non esitano a informarci costantemente sui movimenti dell’Isis eppure non si aspettavano che i primi “attentatori” stavano, invece, arrivando dal Nord Europa con lo scopo di danneggiare proprio quella città da cui un tempo si governava un quarto delle terre conosciute. Se per giungere dall’Olanda i “vichinghi” hanno impiegato così poco tempo da non dare modo ai giornalisti italiani di diffondere titoli angoscianti su ciò che sarebbe successo alla Barcaccia, lo stesso non sarà per i poveri estremisti islamici, ancora all’oscuro di cosa voglia dire attraversare il temibile meridione d’Italia, la Salerno-Reggio Calabria, Trenitalia e le locomotive a vapore, i Caselli delle autostrade e i traghetti Caronte.
Insomma, i titoli apocalittici che fioccheranno saranno ancora parecchi vista la sfacchinata che farà l’Isis attraversando il profondo Sud. Eppure c’è ancora chi è convinto che oltre ai treni a vapore, gli incappucciati dovranno affrontare persino i “custodi ufficiali” d’Italia nostra: la Mafia, la ‘ndrangheta e la Camorra.
Alla strategia della tensione, l’avrete capito, abbiamo preferito contrapporre sul finale, quella della derisione, tentando di smorzare i toni di quel flusso di informazioni che tartassano angosciosamente le nostre home page, pur coscienti dell’esistenza di una reale minaccia.