Sono passate quasi due settimane da quella tragica sera in cui Aldo Naro, un ragazzo venticinquenne laureato da poco in medicina, perse la vita in una rissa tra il 13 e il 14 febbraio al Goa, una discoteca di Palermo.
Una morte tragica e fatale quella di Aldo Naro, una morte che ha portato grandissimo dolore e sconcerto non soltanto alla famiglia e agli amici più cari ma anche a migliaia di giovani, che la sera del 18 febbraio hanno così deciso di sfilare con una fiaccolata (ne avevamo parlato in questo articolo) a Palermo per celebrare il ricordo di questo ragazzo e soprattutto per dichiarare che chiunque avrebbe potuto trovarsi al posto di Aldo quella sera e che bisogna mettere fine all’inciviltà dilagante che ha avuto come conseguenza questa tragedia.
Se infatti da una parte proseguono a ritmo sostenuto le indagini per mettere a fuoco tutti gli aspetti di questo evento disumano, dall’altra parte sono state e continuano tuttora a essere organizzate nuove manifestazioni di solidarietà. Dopo il 18 febbraio, anche il quartiere dello Zen è sceso in strada con una nuova fiaccolata e duemila persone hanno sfilato per ricordare il giovane medico e per dichiarare a gran voce il rifiuto di qualunque forma di violenza. Non solo, è stata da poco lanciata su Change.org una petizione per far intitolare a nome di Aldo Naro un reparto di medicina presso l’università di Palermo. La petizione è stata lanciata dallo studente palermitano Riccardo Guerrera che ha così motivato la sua scelta: “Credo che il minimo che questa città possa fare per lui e per la sua famiglia, oltre ai gesti di solidarietà portati avanti dopo la sua uccisione, è rendergli omaggio facendo sì che i lunghi anni passati a studiare per conseguire il suo sogno di diventare medico non siano stati vani: l’Università di Palermo intitoli ad Aldo un reparto di medicina. Questo ovviamente non lo riporterà indietro, ma spero possa essere anche solo minimamente di conforto per i suoi familiari. Sarebbe un modo per far sì che non ci si dimentichi di lui, come spesso accade quando il tempo passa e la quotidianità riprende il sopravvento. Una sorta di risarcimento, forse, che questa città gli deve per non essere riuscita negli anni a rendersi un luogo civile nel quale vivere, lasciando incancrenire sacche di povertà ed emarginazione che hanno portato a illegalità, criminalità e violenza.”
La petizione già conta 5284 sostenitori. Chiunque fosse interessato ad aderire può cliccare su questo link.