L’Università di Catania offre tanto e, a differenza di quello che si crede, è anche temuta soprattutto per alcuni corsi di laurea. C’è chi fugge dalla facoltà di Giurisprudenza per il timore di non riuscire mai a liberarsi dall’infinito tunnel dell’esame di Diritto Privato; anche in Lettere non mancano le materie temute dagli studenti. E allora, cosa fare?
Decidi di cambiare aria! Basta professori pazzi che ti rimandano per la più piccola lacuna; basta seguire corsi, seduti per terra per il sovraffollamento delle aule; basta la disorganizzazione degli esami e dei professori che si permettono il lusso di non presentarsi la mattina dell’esame, perché sono dovuti partire nottetempo per un convegno. A che serve la tecnologia se non si riesce a comunicare in tempo anche gli avvisi importanti?
Lo studente, rassegnato, a malincuore o felice, decide di prendere il volo. Sicuramente in un’altra facoltà, più rinomata di quella di Catania, niente sarà più così e soprattutto niente sarà peggio di così. E a volte è vero: trovi un posto che ti accoglie, ti fa sentire a casa, nuovi amici che riescono a farti sentire meno la mancanza di quelli vecchi e soprattutto una facoltà organizzatissima, che riesce a conciliare tutto, ad aprirti le porte verso un nuovo mondo, che ti offre nuove opportunità e dove puoi organizzare appelli, convegni, lezioni, seminari nel miglior modo possibile, il tutto completato da professori preparati (non che a Catania manchino, anzi!)
Ma il più delle volte nessuno riesce a trovare la perfezione che cercava. Eh sì, cari colleghi, per un semplice motivo: non esiste! Arrivi e ti trovi disorientato, come se dovessi ricominciare tutto da capo. Facce sconosciute, metodi diversi, aspettative diverse. Ti senti come se in tre anni non avessi imparato nulla. Ti senti fuori luogo, guardi gli altri come geni e tu sei solo un povero emarginato che si domanda: cosa ho studiato finora?
I professori, preparati come quelli della tua vecchia facoltà, o migliori addirittura, non rinunciano al briciolo di pazzia che pensavi di esserti lasciato alle spalle. Per non parlare dell’ambito burocratico: tutor e referenti dei quali non ti è chiaro ancora il loro ruolo, visto che invece di chiarire i dubbi, rispondere a dilemmi (quali corsi scegliere per un determinato iter, quali poter seguire) e guidarti verso un piano di studi che si adatta alle tue esigenze, non fanno altro che confonderti le idee, non rispondere alle e-mail, darti di volta in volta e da studente a studente, risposte diverse … in pratica lasciare dubbi e problemi irrisolti!
Fidatevi, esistono anche altrove le aule stracolme, i professori disorganizzati, i dubbi che non vi verranno mai chiariti, materie difficili, se non impossibili da superare e menefreghismo. Anzi, come diceva il buon saggio: “Sai quello che lasci, non sai quello che trovi”!
Se vuoi cambiare aria, provare nuove esperienze, aprirti al mondo, allora vai, troverai tanto fuori da Catania e dalla Sicilia! Ma se pensi solo di trovare un’Università migliore, con meno problemi e meno disorganizzazione, allora resta dove sei, almeno sai già quali ostacoli ti aspettano!
La mia è solo una testimonianza personale, non rimpiango la mia scelta, ma confesso che Catania mi manca, come Università e soprattutto come città … Mi sono trasferita a Pisa da un anno ormai, e posso assicurarvi che come facoltà (io personalmente studiavo Lettere Moderne) non abbiamo nulla da inviare alle altre! Per il resto riesci a trovare anche qui amici che riescono a regalarti il calore di casa, forse perché anche loro ‘terroni’ come te (i colleghi un po’ meno a dire il vero, sarà perché quasi tutti toscani o del nord?!?). Cambiare fa comunque bene, ti tempra il carattere e ti pone di fronte a nuove difficoltà, e se riesci ad affrontarle e superarle alla grande, allora puoi andare dappertutto!
E per quanto riguarda la vita sociale, lo svago e gli eventi? Qui stendo un velo pietoso … magari più in là vi racconterò …
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