Attimi di panico all’aeroporto di Catania: la polizia in servizio, dopo alcuni sospetti, ha arrestato un albanese di 30 anni perché trovato in possesso di documenti falsi.
Il ragazzo in questione stava tentando di imbarcarsi in un aereo diretto per Londra con un escamotage. Infatti, si era presentato al check-in di un volo per Bucarest con il suo documento originale, ottenendo la carta d’imbarco. Passati i controlli, però, l’uomo invece di andare al gate da dove partiva il volo per la Romania, si era diretto verso il gate per Londra: aveva infatti un’altra carta d’imbarco stampata online dopo avere acquistato in rete un biglietto per la capitale della Gran Bretagna con documenti falsi.
A incoraggiare i sospetti, sono stati i documenti e le foto presenti nella pen drive in suo possesso: sono stati trovati, infatti, altri documenti con carte di identità di altre nazionalità e foto di lui con un’altra persona mentre tenevano dei Kalashnikov.
Non è la prima volta che l’uomo tenta di raggiungere l’Inghilterra. Sempre con la stessa tecnica, il 13 gennaio, il trentenne cerca di intrufolarsi nel gate per Londra, ma stavolta dall’aeroporto Malpensa.
I controlli che hanno portato all’arresto rientrano nelle misure disposte negli ultimi giorni per rafforzare i dispositivi di controllo alla frontiera. Proprio due giorni fa, tra l’altro, il Dipartimento di pubblica sicurezza aveva inviato a tutti gli uffici di frontiera un nuova circolare nella quale si chiedeva il potenziamento delle misure di sicurezza sia in entrata che in uscita dal Paese attraverso un “sistematico accesso” alle banche dati e a un controllo più accurato delle liste dei passeggeri dei voli a rischio.
Il ministro Gentiloni fa sapere da Londra, dove si trova per il vertice anti Isis, che “Ci sono dei rischi di infiltrazione anche notevoli di terroristi dall’immigrazione. Per fortuna i nostri apparati di sicurezza sono allertati e funzionano ma questo non ci consente di abbassare minimamente il grado di preoccupazione”.
La magistratura di Catania, diretta dal Procuratore Giovanni Salvi e in collaborazione con la polizia e con il pool antiterrorismo, sta lavorando al caso mentre l’albanese si trova in un cella del carcere di Piazza Lanza a Catania.