Nel mondo vengono parlate più di 6000 lingue diverse e con ciascuna di esse è possibile descrivere l’ampiezza e la profondità della vita umana. Le parole mettono in evidenza le differenze presenti all’interno delle varie popolazioni. Geografia, clima, cucina, religione, storia e senso dell’umorismo sono solo alcuni dei fattori che spingono ogni lingua ad inventarsi parole specifiche e, appunto, uniche, al fine di descrivere e definire l’esperienza umana.
Chi studia lingue sa bene quanto può essere difficile tradurre un concetto in un’altra lingua; spesso non immaginiamo neanche quante sfumature o significati diversi può avere una parola. Considerando che ogni lingua offre una diversa prospettiva per interpretare il mondo, è normale imbattersi in parole che non esistono in nessuna altra lingua. Queste gemme linguistiche possono essere spiegate, ma non possono essere tradotte direttamente e quindi rientrano nelle parole intraducibili.
È cosi, quella sensazione di “farfalle nello stomaco” che si prova da innamorati nella lingua Taglog, nelle Filippine, è sintetizzata nella parola Kilig. Gli svedesi hanno a disposizione la parola Mangata per descrivere il riflesso della luna sull’acqua, oppure i giapponesi usano la parola Komorebi per indicare la luce del sole che filtra tra i rami degli alberi. Tra le tante parole intraducibili ci sono anche Pana Po’o che in hawaiiano significa: grattarsi la testa per ricordarsi qualcosa, Kalasarikännit che in finlandese vuol dire ubriacarsi a casa.
Se guardiano ai nostri vicini di confine, troviamo la parola spagnola Sobremesa che indica la conversazione a tavola dopo il pranzo, la parola francese Dépaisement provare nostalgia per non poter essere nel proprio Paese, ma il primo posto in Europa spetta sicuramente al tedesco. Tra le tante parole tedesche intraducibili troviamo: Waldeinsamkeit che indica la sensazione di essere abbandonati nel bosco e Schadenfreude che mostra la gioia procurata dalla disgrazia di qualcun altro.
E l’italiano? Anche la nostra lingua ha parole intraducibili, molte delle quali legate al cibo e alla nostra cultura. Tra queste troviamo Abbiocco usata per indicare la tipica sonnelenza post pranzo, oppure la parola Fattapposta, spiegata in inglese con “made on purpose”.
L’elenco è lungo e divertente da leggere, su alcuni siti o blog spiegano le parole intraducibili attraverso illustrazioni come su www. Zingarate.com.
Conoscere una lingua o un Paese non è solo saper dire “come stai” o sapere quale sia il piatto tipico, conoscere una lingua vuol dire immergersi nella cultura e nelle tradizioni.
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