Davide Attaguile ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso il nostro Ateneo e ha potuto estendere i suoi ambiti di competenza grazie al ruolo di direzione del Camplus d’Aragona, al costante confronto con studenti provenienti dall’Italia e dall’estero e docenti di tutte le facoltà .
Camplus è una rete di dieci residenze universitarie situate a Bologna, Milano, Catania e Torino dove vivono oltre 700 studenti. È gestito dalla Fondazione C.E.U.R. (Centro Europeo Università e Ricerca), riconosciuta legalmente dal M.I.U.R. (Ministero Istruzione Università e Ricerca); la Fondazione fa parte della CCUM (Conferenza dei Collegi Universitari di merito).
Le residenze Camplus sono all’avanguardia nell’offerta di servizi, progettate per garantire le migliori condizioni abitative. Camplus, tuttavia, non è unicamente una soluzione abitativa: è uno spazio di studio, di confronto e crescita. Le numerose opportunità dedicate agli studenti in ambito culturale, accademico e professionale favoriscono l’emergere della personalità e del talento di ciascuno di essi: un ricco ventaglio di strumenti didattici, un’ampia proposta di laboratori e corsi, innumerevoli occasioni di incontri con professionisti, visite in aziende e poi i momenti di svago, dallo sport ai viaggi, alle feste, rappresentano tutte opportunità che Camplus mette a disposizione dei suoi studenti e costituiscono un importante investimento sul loro futuro.
In che modo i suoi studi universitari hanno inciso sul suo lavoro?
Sin dalle origini, a cominciare dall’apertura della residenza universitaria Camplus d’Aragona, che nel 2015 festeggerà il suo decimo compleanno. Tuttora i miei studi incidono nel lavoro formativo che quotidianamente svolgo con gli studenti universitari residenti nel Camplus.
Il mio percorso accademico in Economia e Commercio mi ha permesso di sviluppare un approccio trasversale al mondo del lavoro, fornendomi gli strumenti utili per portare avanti il mio ruolo di direttore delle residenza e, al contempo di guida e punto di riferimento per gli studenti.
Quanto le ha dato l’Università di Catania?
Mi ritengo molto soddisfatto del percorso formativo svolto presso l’Università di Catania, in particolare per due ragioni. In primis, per il rapporto tuttora in essere instaurato con alcuni docenti che considero maestri di vita per il ruolo di guida assunto durante gli anni universitari.
L’università, e questo è il secondo motivo, ha rappresentato non solo un luogo di studio, ma anche una coinvolgente occasione di apertura verso il mondo. Ho, infatti, preso parte attiva alle iniziative universitarie, tanto da essere eletto come rappresentante del senato accademico dell’Università di Catania, il che ha rappresentato per me una grande opportunità di crescita personale.
Cosa l’appassiona di più del suo lavoro?
Sicuramente la possibilità di costruire un progetto ambizioso in un territorio in difficoltà, quale quello siciliano.Quotidianamente ho la possibilità di lavorare con i giovani provenienti dalla Sicilia, ma anche da altre regioni italiane e mi adopero affinché coltivino il loro talento e le loro passioni e sviluppino uno sguardo critico sulla realtà.
Confrontarmi con gli studenti, giovani portatori di novità, e contribuire al loro percorso di crescita personale e professionale, mi costringe ad avere un occhio vigile sul mondo, a tenermi costantemente aggiornato e a mettermi in gioco in prima persona.
Il mio lavoro è in continua evoluzione: di certo, fare il Direttore di una residenza universitaria oggi, nel 2014, è molto diverso che dieci anni fa. In questi anni, anche grazie al costante confronto con le altre realtà della rete nazionale Camplus, con i giovani, con i docenti, con i tutor di tutta Italia, molte cose sono cambiate arricchendo mio percorso di formazione.
Che cosa è Camplus e quali obiettivi si pone?
Nelle residenze universitarie Camplus, la formazione, che si affianca all’attività accademica dei più prestigiosi Atenei, si integra con la dimensione residenziale, offrendo agli studenti una proposta di vita integrale. Oltre ad una soluzione abitativa di alto livello, Camplus dà agli studenti l’opportunità di vivere intensamente e al meglio l’esperienza universitaria coltivando le proprie attitudini e facendo emergere la propria personalità in un ambiente vitale.È proprio dedicandosi agli studenti, al luogo in cui abitano, alle loro aspirazioni, che è possibile educarli a diventare adulti in grado di costruire percorsi originali e innovativi, per portare contributi positivi e a lungo termine nel mondo della ricerca, del lavoro e nella società civile.
Perché un Camplus a Catania?
Con l’apertura del Camplus d’Aragona, la Fondazione Ceur (Centro Europeo Università e Ricerca), istituzione che gestisce la rete Camplus e riconosciuta legalmente dal M.I.U.R., ha confermato il suo obiettivo, ossia quello dioffrire ai giovani universitari, in qualsiasi città si trovino, le migliori condizioni per essere protagonisti della costruzione del proprio futuro. E ha fatto ciò allargando i suoi orizzonti ed estendendo la sua attività a Catania, città con una ricchissima tradizione storica e accademica. È proprio qui che la Fondazione Ceur ha deciso di cimentarsi in un progetto ambizioso anche da un punto di vista strutturale: in passato sede del “Conservatorio San Vincenzo de’ Paoli”, oggi il Camplus d’Aragona è, infatti, il risultato di un’importante opera di recupero architettonico.
Qual è secondo Lei il giusto modo per guardare al futuro? E cosa consiglia ai giovani laureandi?
Il futuro va costruito giorno dopo giorno. Il periodo universitario serve sicuramente ai giovani per scoprire i loro talenti; questi non devono essere fini a se stessi, ma spesi per un ideale.
Talento e Ideale sono due concetti che, considerati nel loro nesso, conducono alla scoperta e alla realizzazione di sé. E’ proprio questo che Camplus si pone come obiettivo: supportare i giovani alla scoperta dei lori talenti in vista di un ideale attraverso una continua provocazione.
Essere parte di una rete più grande, una rete nazionale, quale Camplus è, come pure avere uno sguardo aperto e attento sul mondo, aiuta molto nel portare avanti questo obiettivo ambizioso.
Secondo Lei cosa si potrebbe fare per attrarre ‘ i cervelli’ ed evitare che essi fuggano via dalla nostra terra?
Che i “cervelli” fuggano è un dato di fatto, ma anche una conseguenza normale: si dirigono dove c’è il meglio.
Il vero dilemma non è la fuga dei cervelli, bensì il fatto che non ci si ponga il problema di come costruire il meglio, di come realizzare qualcosa di eccellente, in modo da attrarre i talenti sia a livello nazionale sia internazionale e, al contempo, ridurre la fuga.
Occorre certamente un cambio di mentalità: è necessario uscire da una logica assistenziale e far prevalere una logica sussidiaria dove le attività possano nascere dal basso.
Sono convinto che il bisogno di questo cambiamento, teso alla valorizzazione del talento del singolo individuo, riguardi non solo il Sud Italia, ma tutto il nostro Paese.
Camplus è un’occasione per costruire non solo un edificio dove vivere, ma spazi di conoscenza, di crescita e confronto, mentalità nuove.