«Il fatto non sussiste»: è questo il verdetto, pronunciato durante il processo del Caso Farmacia. Un’assoluzione per docenti e dirigenti dell’Università di Catania, accusati di disastro ambientale colposo, omissione di atti di ufficio e falso.
Ben otto i protagonisti del processo appena concluso sul Caso Farmacia: l’ex direttore amministrativo dell’Ateneo Antonino Domina, l’ex dirigente dell’ufficio tecnico Lucio Mannino, il preside dell’ex facoltà di Farmacia dal 1996 al 2009 Giuseppe Ronsisvalle, l’ex responsabile del servizio prevenzione e protezione dei rischi Fulvio La Pergola, il direttore del diparimento di Scienze farmaceutiche Franco Vittorio, e i tre membri della commissione sicurezza Giovanni Puglisi, Francesco Paolo Bonina e Marcello Bellia (medico del lavoro).
All’avvio del processo è stato letto il diario di Emanuele Patanè, il giovane dottorando che morì nel 2003 nel Laboratorio dei Veleni. Numerosi anche i racconti, provenienti da ex studenti, dipendenti e docenti, sulle condizioni di laboratori.
Nonostante al centro del processo vi siano i numerosi malori degli studenti, non sarebbero stati considerati degli elementi irrilevanti per il processo del Caso Farmacia, tanto che Pietro Nicola Granata, uno dei difensori, ha sostenuto: «Non mi si venga a parlare di morti e feriti di Farmacia. Morti e feriti lasciamoli nel loro dolore e parliamo di questo processo».