
Vendeva esami agli studenti di Medicina per 250 euro. Adesso continua a lavorare negli uffici dell’Università di Catania.
Pochi mesi fa si era sollevato un gran polverone a causa dello scandalo Unict, i cui protagonisti erano due giovani studenti di Medicina che avrebbero comprato gli esami del loro corso. La vicenda era stata sollevata a causa di una lettera anonima, consegnata al Rettore Giacomo Pignataro, in cui si parlava di ben diciassette esami non sostenuti. La procura, che aveva iniziato ad indagare, era riuscita a risalire al colpevole, Giovambattista Luigi Caruso, un funzionario Unict, che aveva “diligentemente” falsificato gli statini, al prezzo di 250 euro per ogni esame. Gli esami comprati non erano diciassette, ma venti.
Ieri è arrivata la sentenza della Cassazione, che conferma i domiciliari per il funzionario incriminato, che però non sembra aver risentito tanto delle misure adottate. Difatti, il dipendente, come anticipato da Ctzen, era già stato integrato dal 15 luglio presso gli uffici dell’Ateneo. Ha semplicemente cambiato ufficio e, accompagnato dalla Guardia di finanzia, si reca tutti i giorni presso la tipografia universitaria.
Non era forse sufficiente essere accusati di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, falsità ideologica e accesso illegale ad un sistema informatico?
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