1,21 Gigawatts suona vecchie consolle per giochi (Nintendo Game Boy, Atari 2600, etc.) , vecchi computer (Amstrad cpc464), con nuove consolle per giochi (Nintendo DS), una chitarra interamente in alluminio, basso, synths, etc.
Nel 2011 la label KillBeat ha fatto uscire il singolo “L’estasi dell’Oro” (rivisitazione in chiave 8 bit/electro del famoso pezzo del Maestro Ennio Morricone) assieme a Doc Trashz.
Dopo vari live (tra cui al Neon a Rimini, allo Smiaf nella Repubblica di San Marino, al Mutoid Must Stay – evento pro-mutoids a Gambettola (Fc), etc.) nel 2014 esce il cd d’esordio dal titolo “Slow”.
“Slow” contiene 10 tracce registrate tra Caltanissetta e Rimini, e masterizzate a Glasgow da Conor Dalton (ingegnere del suono e produttore di dischi come “Homework” dei Daft Punk).
Il disco esce per la Dusty Skin records.
Janpaolo Peritore, in passato, è stato membro/fondatore dei MANDRAGORA (band con all’attivo vari cd, tour e collaborazioni con musicisti del calibro di Hugh Hopper – bassista di Syd Barrett), dei TLEARY (Xl La Repubblica ha dedicato uno speciale alla band a settembre 2007 e il suono del cd d’esordio è stato curato a New York da Josh Bonati che è l’ingegnere del suono dei White Stripes) dei SABUCINA BOYS e dei SARACINESCAIZER.
1,21 Gigawatts si presenta anche in versione DjSet sotto il nome di Jan Mc Fly.
Ha inoltre all’attivo due libri: “Raccolta dalla Giugulare” (raccolta di sue poesie e poemetti) e “Antologia Italiana-Poeti Contemporanei” (raccolta dei migliori poeti contemporanei italiani). Entrambi i libri sono usciti per la LibroItalianoWorld.
Il musicista siciliano (dopo un periodo tra Rimini e Ravenna) si è trasferito a Catania, attratto dal richiamo dell’Etna.
Per la Dusty Skin Records è uscito il tuo ultimo progetto intitolato “1,21 Gigawatts” con album dal titolo “Slow”. Com’è nata l’idea di fare un disco suonato con vecchie e nuove consolle per giochi e vecchi computer?
Il progetto si chiama 1,21 GIGAWATTS perchè sono un maledetto nostalgico e in più sono un mega fan della trilogia di “Ritorno al Futuro”, da lì 1,21 GIGAWATTS, la potenza necessaria per fare raggiungere le 88 mph alla Delorean. Il disco l’ho intitolato “Slow” perchè la lucida “lentezza” consapevole nell’assaporarmi istanti e spazi è il mio modo di vivere.
Suono vecchie e nuove consolle da un’esigenza dettata dal mio essere nostalgico e dalla visione ludica che ho della musica. Adoro i vecchi suoni elettronici ed è stata una grande sfida riuscire a renderli musica soprattutto nell’Atari 2600 e nel Nintendo GameBoy che hanno un modo non semplice di creare musica.
Il tuo album mi è arrivato a casa tramite posta e colgo l’occasione per ringraziarti e per ringraziare la Dusty Skin Records per la gentilezza e per la serietà. Insieme al disco mi è arrivato il comunicato stampa dove si può leggere che ti sei trasferito a Catania dopo un periodo tra Rimini e Ravenna. Come mai sei ritornato in Sicilia, e cosa mi dici delle due splendide città dell’Emilia Romagna?
Grazie a te! Di questi tempi in Italia sta diventando sempre più difficile trovare spazio nelle riviste, web-zine, a meno che non si suoni un genere per la massa alternativa.
“Slow” è nato tra Caltanissetta, la città dove sono nato ed ho vissuto per anni, e Rimini dove ho vissuto quasi quattro anni della mia vita. Ho sempre sostenuto che la Sicilia è il miglior posto per farsi le ali, ma è pessima per usarle per volare. La Sicilia mi ha dato modo di creare e Rimini, e poi Ravenna, mi hanno dato molto spazio per i concerti. In Romagna sono entrato subito in un bellissimo circuito culturale. In quella Terra ho lasciato amici a cui voglio bene, ma sentivo il bisogno di tornare in Sicilia per ricominciare ad avere idee. Ho deciso di trasferirmi a Viagrande perchè sentivo il richiamo della forza del vulcano e perchè Catania è una città sempre stimolante. Negli anni ha perso colpi come tutta l’Italia, ma confrontata ad altre città italiane è una città molto stimolante con ottimi artisti.
Ripercorrendo a ritroso il tuo percorso sei stato membro dei Mandragora, Tleary, Sabucina Boys e Saracinescaizer, ma hai anche all’attivo due libri, e sei stato anche uno speaker radiofonico. L’arte è l’espressione della personalità dell’artista, e vorrei conoscere il pensiero che sta dietro a tutto questo. Chi è Janpaolo Peritore?
Janpaolo Peritore è un trentacinquenne che lotta per non perdere mai “il bello” dentro ogni bambino: la curiosità, la spensieratezza, le pochissime sovrastrutture. Per me arte è gioco, sperimentazione, confronto. Comunicazione e confronto prima di tutto, il resto viene da se. Se una persona sa confrontarsi è inevitabile la crescita.
La mia “grande bellezza”… premetto che non ho ancora visto il film, non per scelta, quindi non so in che termini parlino della “grande bellezza”. Per me è qualcosa che nella semplicità ferma il tempo, è una cosa, una persona, un atteggiamento, che mi blocca lì davanti, che mi fa gioire e mi fa sentire grande, che faccio parte di qualcosa di buono, che mi fa sentire protetto dal brutto che ormai vince sul bello. Abbiamo costruito un mondo sempre più indirizzato al brutto.
Cosa ne pensi della scena musicale siciliana?
Ripeto quello detto prima: “per me la Sicilia è un ottimo posto dove mettere le ali, ma è pessima per usarle per volare”. La Sicilia ha tantissime ottime band che purtroppo non hanno modo di avere le grandi label, eccetera, che ci stanno a Milano, Bologna, ed altre grandi città. Spesso mi sono ritrovato a vedere famose band del nord Italia che dal vivo sono pessime e che in realtà hanno pochissimo da dire, ma sono supportate da grandi radio, label, mentre in Sicilia ho visto ottime band che meriterebbero grandi label, ma si ritrovano a essere supportate da piccole label e da pessimi locali. Le nostre piccole label fanno grandissimi sforzi perchè supportano ottime band, ma per lo più pessimi locali dove poter fare suonare le proprie band. Ho sempre sperato che i grandi festival siciliani dessero maggiore spazio alle proprie band. Spero un giorno sia così.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Nella scrittura, dopo anni di fermo, sto ricominciando a scrivere. Per ora, quando posso, faccio escursioni sull’Etna perdermi per ritrovarmi. Mi sto ricaricando per potere ricominciare a scrivere musica. Sto facendo molte foto.
Mi parli della tua scrittura e della tua fotografia?
Ho ripreso a scrivere da pochissimo. Sto buttando giù dei pensieri da sistemare poi in capitoli, ma ancora è tutto in fase embrionale. Non scrivevo da anni. La fotografia è la sintetizzazione di una delle mie più grandi passioni: il cinema. Fotografo immaginandomi scene di un film.
Credi vi sia un nesso personale ed eventualmente generale tra scrittura, musica e fotografia?
Nel cinema camminano di pari passo. Quando in Italia si faceva il grande cinema eravamo il top nello sceneggiare, musicare e dare alle immagini la giusta luce, colori, eccetera. Proprio per questo sono molto orgoglioso che il regista Gianpaolo B. Sofia abbia scelto alcuni pezzi estratti dal mio cd “Slow” per il suo nuovo lungometraggio “ETERE” di prossima uscita.
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