E’ già partito l’hashtag #VinciamoPoi nelle file del PD a seguito del twitter del premier Matteo Renzi ormai consolidato: “Grazie #unoxuno #senzapaura”.
I risultati delle elezioni proclamano il PD come primo partito in Italia, in tutte le circoscrizioni della penisola, rispettivamente al secondo e terzo gradino del podio si sono collocati M5s e Forza Italia. La lega Nord di Matteo Salvini ha sottratto un bel 11,7 % a M5s e Forza Italia al nord, un grande risultato che hanno definitivamente allontanato le tensioni nel partito a causa degli scandali che hanno coinvolto Umberto Bossi e famiglia.
Sul confine della soglia dello sbarramento oscillano la Lista Tsipras, formata da Ncd e Udc, la formazione che fa riferimento al leader della sinistra greca è poca sopra il 4%, ovvero a un passo dallo spartiacque che definisce l’entrata in Parlamento europeo. Discorso simile, ma con un 4,3% è da fare per Alfano e Casini, in coda i Fratelli d’Italia a mezzo punto da quel 4% che avrebbe garantito l’ingresso nel Parlamento Europeo.
Il clima che ha accompagnato queste elezioni non è stato dei migliori, si sapeva che il voto avrebbe rappresentato un test sull’operato esecutivo, difatti il M5s era pronto per dimostrare il consenso conquistato nelle piazze e programmi televisivi con in primo piano Beppe Grillo. I sostenitori del M5s hanno lanciato l’hashtag #VinciamoNoi, ma questa sicurezza si è fermata appena al 20,84%, quasi 22 punti di distacco dal PD. Se il M5s non ride, Forza Italia è costretto quasi a piangere, nemmeno Silvio Berlusconi coinvolto attivamente nella campagna elettorale è riuscito a suscitare un impatto vincente, si sono fermati appena al 15,60%.
Unica consolazione per Forza Italia si chiama Raffaele Fitto, il candidato più votato in tutta Italia con 223 mila preferenze, a seguire Simona Bonafè del PD e Alessandra Moretti sempre PD.
Il dato negativo in rilievo per il governo ma anche per questa Italia è quello relativo all’affluenza, sono andati a votare solo il 57,22% degli aventi diritto. Nel 2009 votarono il 66,5% degli italiani, il calo registrato è di ben 8 punti percentuali, anche se 5 anni fa si è votato nell’arco di 48 ore e non 24, al sud la soglia più alta di astensionismo.