Si è tenuto stamane al Palazzo Centrale dell’Università degli Studi di Catania il tanto atteso “Contest day” di Start Up Academy, il gioco d’Ateneo per fare impresa. Dopo i dieci seminari tenutisi nella sede della Scuola Superiore di Catania, stamane diciannove team partecipanti si sono sfidati a “colpi di pitch” e, in circa 3 minuti, hanno presentato la loro idea a tutti i presenti e ad una ‘pitch commettee‘ che ha valutato l’operato odierno, formata da docenti, studenti e professionisti del settore.
Nei giorni precedenti il contest invece, una commissione giudicatrice finale ha valutato i team sulla base dei “business project“, presentati e prodotti grazie all’intensa attività seminariale di Start Up Academy. E non sono mancati i colpi di scena, tanto che il podio delle due classifiche generate dalle commissioni sono risultati piuttosto differenti:
CLASSIFICA COMMISSIONE GIUDICATRICE FINALE
1° POSTO – UNIFLAT
2° POSTO – KANAPAPER
3° POSTO – GIUSTOUNGIRO
CLASSIFICA PITCH COMMETTEE
1° POSTO – OMNIA SCUOLA
2° POSTO – ARCHICART
3° POSTO – SECOND LIFE PHARMA
Importanti dichiarazioni sono state rilasciate durante la giornata dal promotore del ciclo di seminari e del gioco d’Ateneo, il professor Rosario Faraci: «Questa manifestazione può essere l’esempio di come le diverse componenti dell’ateneo, tra cui il COF e il CAPITT possano lavorare sinergicamente per grandi progetti. E’ importante essere pronti a scommettere su sé stessi. Imparare a rischiare e mettersi in gioco è la maniera migliore per costruire il futuro della nostra terra».
«Se c’è una cosa, sopra tutto e sopra tutti, che mi è sempre piaciuta di Start Up Academy – ha continuato Rosario Faraci – è che i nostri giovani hanno il senso della competizione. Si può vincere, ma si può perdere. Si può perdere per un soffio, per un’ingiustizia, per una errata interpretazione. Anche se la sconfitta brucia come il sale su una ferita aperta, si sa perdere. E dunque, al rovescio, si sa gioire responsabilmente (e moderatamente) nel vincere. Per differenza, penso a molti altri, soprattutto più adulti, che hanno la “sindrome dello zero a zero”. Se vincono, è come se avessero conquistato il mondo intero e sparano fuochi di artificio per un anno intero. Se perdono, vanno dall’arbitro, si lamentano e chiedono a tutti i costi di annullare il gol all’avversario. E’ così in politica, nelle elezioni, all’Università, nel lavoro, nel sindacato e in molti altri ambienti. In questi giorni, ne vedo parecchie situazioni del genere. Così, non si va da nessuna parte».
Di seguito il servizio e le interviste realizzate stamane da Sesta Rete