Uno studio condotto dall’Università di Londra, che si occupa di ricercare i metodi per facilitare l’apprendimento nei giovani, si è accorto di come i ragazzi siano più atti a trascorrere le loro mattinate a letto.
Se, durante le lezioni, i giovani fossero stimolati con attività che fanno accrescere la soglia di attenzione, essi renderebbero maggiormente. In diverse accademie ormai si affianca la pratica alla teoria e lo stesso vale per le scuole di primo ordine, anzi se fin da piccoli si viene stimolati sotto diversi punti, da grandi si tende a mantenere una soglia di attenzione più elevata rispetto allo standard medio. Tutto questo ovviamente presuppone uno studio sul cosiddetto “Clock body”, che cambia durante la pubertà. Ogni stadio ha il proprio e, per stimolare al meglio l’attenzione, non si può fare a meno di tenerne conto, così se i bambini renderanno meglio sicuramente di mattina presto perchè più freschi, i giovani dai 21 anni in su saranno più propensi all’apprendimento magari ad un orario più tardo.
Sir Peter Lampl della Fondazione per lo Sviluppo dell’Educazione ha detto: «Conoscere l’impatto che la neuroscienza ha in una classe può essere utile per riconoscere dove si sta sbagliando e perchè magari qualcuno non riesce a rendere al meglio. È essenziale una tecnina simile e, in special modo, quando i ragazzi non vengono stimolati dai famigliari, in questo caso spetta agli insegnanti comprendere come farlo».
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