Da tempo ormai si leggono sui vari siti di offerte di lavoro gli avvisi di selezione per l’assunzione di assistenti di volo con contratto a tempo determinato da parte della famosa compagnia aerea low cost. I luoghi di selezione sono sempre ridotti a pochi capoluoghi italiani e le domande di partecipazione moltissime.
Che abbia o meno una laurea, ogni giovane tenta di avventurarsi nel fantastico mondo dei viaggi, cercando di far conciliare il dovere al piacere. Sulla scia di questo ragionamento, la compagnia irlandese cerca di attirare il maggior numero di api al suo alveare, cospargendo di miele una verità amara.
Ciò che è successo, però, ha lasciato veramente tutti a bocca asciutta.
Dopo le interminabili ore di attesa, l’esclusione dalla selezione di chi, nonostante l’ottima preparazione e titoli di studi, non possedeva il passaporto, si viene a sapere dai “fortunati selezionati” cosa propone l’offerta di lavoro.
I selezionati nel corso dei vari recruitment day proposti in diverse parti d’Italia sono infatti tenuti a frequentare un corso di formazione a pagamento all’estero, propedeutico per l’assunzione. Il costo complessivo è di 2.900 euro: 500 per l’iscrizione, 700 per vitto e alloggio, 1.700 per le lezioni. Il corso non garantisce l’ assunzione e gli eventuali esclusi saranno rimborsati soltanto delle spese di formazione anche se, secondo gli addetti di Crewlink (l’apparato ufficiale per il reclutamento e la formazione in collaborazione con Ryanair e specialista nel Reclutamento, Formazione e Assunzione di Assistenti di Volo per la principale compagnia aerea low-cost d’Europa) solo il 6-7 per cento di coloro che vi prendono non riesce a passare il test finale. Gli idonei alla fine delle sei settimane di formazione verranno assunti con un contratto di tre anni. Cento ore di volo per circa 1.300 euro di stipendio mensile da cui vanno detratti trenta euro per la divisa e per l’acqua e il cibo consumati in volo.
Non bisogna dimenticare che Ryanair è l’unico vettore Europeo ad avere delle basi in Italia senza osservare le regole del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e dell’ENAC, appoggiandosi, però, sulle normative irlandesi, Paese d’origine dei lavoratori e di Ryanair. Per questo motivo la legittimità della sua presenza in Italia è dubbia.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una speculazione sulle speranze dei giovani disoccupati, sempre più in crisi.
Ci si augura di non cadere più in questi giochi di potere.
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