Una veneranda carriera universitaria alle spalle e un pomeriggio in cui ho atteso inutilmente la voglia di studiare mi hanno indotto a riportare alla mente scene e protagonisti di esami andati bene e non.
Che si tratti di uno scritto oppure orale spesso è irrilevante, loro li incontrerai sempre.
Il “Paranoico”: definirlo ansioso, infatti, è riduttivo. Si contraddistingue dal modo ossessivo con il quale muove le labbra: sembra che preghi, ma in realtà ripete, o forse entrambe le cose. Non parlargli, non fissarlo, non porgli domande, potrebbe insospettirsi agitandosi maggiormente e rischieresti un settimo grado sul tuo livello di preparazione, le tue fonti, i tuoi appunti e qualunque cosa abbia più o meno a che fare con l’esame.
Il “Come va, va!”: lui ha studiato ma, al contrario del paranoico, è consapevole, sin dall’inizio, che in caso di esito negativo “pazienza, non è mica la fine del mondo!”
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Quello che “ci prova”: forse passava dal dipartimento per caso, forse non aveva altro da fare, non lo sapremo mai, ma lui c’è. Affronta l’esame con approccio filosofico del tipo “so di non sapere” e, a volte, gli riesce pure: se è vero che la fortuna aiuta le menti preparate, nel suo caso, la fortuna aiuta e basta.
All’esame orale, in particolare, spiccano:
il ”robot”: forte della sua preparazione, coglie la domanda del docente e, appurato che “quella la sa”, inizia a snocciolare nozioni con velocità innaturale capaci di stordire l’esaminatore. Spesso, mentre ripete, si fa domande e si risponde da solo: ma chi sei? Marzullo con uno sdoppiamento di personalità?
Diametricalmente opposto l’atteggiamento del “timido”: lui le cose le sa, ma è l’insicurezza che lo frega!
E infine il “simpaticone”: esordisce con un sorriso a trentasei denti e non fa mancare osservazioni su quanto gli sia piaciuta quella materia, rigorosamente fatte al docente che la insegna. In merito a questa tipologia, ho sentito narrare storie leggendarie di studenti che, in sede d’esami, si siano fatti autografare il libro dal professore/autore; personalmente, l’autografo, lo preferisco sul libretto.
Qualunque sia il vostro approccio all’esame ricordate sempre la validità della legge di Einstein: dove E sta per esame, M la mole di studio affrontata e C… beh, quello lo potete immaginare!