Capodanno. Catania. Da sempre due concetti difficilmente conciliabili, stando allo stato estremo di degrado e distruzione, degna d’un’orda unna, che si abbatte sul nostro amato centro storico (considerato, per costruzioni, architettura e palazzi, tra i più belli d’Europa), ogni singolo anno, in occasione di ogni festività particolarmente sentita (vedi Sant’Agata). L’ultimo dell’anno, poi, sbanca al botteghino come il massimo di danni e devastazione inferti. Difatti, nonostante il decreto amministrativo del 2009 che vieta la vendita per asporto di bevande alcoliche (di qualunque gradazione) in contenitori di vetro o in lattine dalle ore 22.00 fino a orario di chiusura degli esercizi commerciali e di somministrazione, ma ne consente la vendita in bicchieri di plastica leggera, il popolo della movida catanese trova puntualmente il modo di evadere da queste semplici regole di civiltà e buona educazione cittadina, portandosi spesso direttamente da casa bottiglie, per lo più di birra, ma anche superalcolici vari. Risultato? Piazza Teatro Massimo, ricoperta da montagne di bottiglie di vetro accatastate, pestate, rotte, ovviamente pericolose per i passanti. Il corredo consta di altrettante cataste di bicchieri di plastica, lattine e rifiuti di vario genere, con una visione d’insieme post apocalittica da “The day after tomorrow”, che non è certo un bel vedere. Optional di atti vandalici, come bidoni dell’immondizia e cestini distrutti, macchine danneggiate, risse, varie ed eventuali, inclusi. Insomma: non proprio un invito allettante per la gioventù catanese, la quale, ormai sempre più spesso, preferisce girare al largo dal centro e trascorrere altrove il conto alla rovescia, favorendo altri centri storici di altre città o case di privati, nei casi più frequenti.
Eppure i tentativi di offrire alternative interessanti gli altri anni ci sono stati. L’anno scorso, Piazza Università ha offerto un concerto di artisti misti, dai Babil on suite ai Ciaudà, in una collaborazione ben riuscita tra Nati al Sud e Radio Lab. Duole dirlo: ma sono proprio i Catanesi a rovinare tutto.
Ma quest’anno pare esserci una rilevante novità, volta a rivalutare l’alternativa “centro storico catanese” per San Silvestro. L’Amministrazione Comunale ci fa un bel regalo: il ritorno della grande musica internazionale. Niente poco di meno che… Goran Bregović! Direttamente dalla Bosnia Erzegovina, reduce dall’ultima tappa del suo tour “Champagne for Gypsies” all’Auditorium di Luxemburgo, Piazza Duomo ospiterà le sue travolgenti sonorità balcaniche, mediterranee, tzigane, dalle ore 22.00! Notizia confermata a LiveUniCt direttamente dall’Assessore ai Saperi e alla bellezza condivisa del Comune di Catania, Orazio Licandro, il quale ha creato in prima persona un evento facebook pubblico:
https://www.facebook.com/events/237207416455309/
Compositore polistrumentista di enorme talento, le sue collaborazioni con artisti italiani hanno ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. Da ricordare il film “I giorni dell’abbandono”, riconosciuto film d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, ricevendo, inoltre, il David di Donatello alla Miglior Colonna Sonora nel 2006, con Bregovic stesso nel ruolo del musicista della porta accanto, Damian. Bellissima collaborazione con la nostrana Consoli nel brano soundtrack “Il pendio dell’abbandono”, la cui musica è stata scritta, coordinata e diretta dalla stessa Consoli e Goran Bregovic e poi ripresa in più versioni da svariati artisti del panorama musicale ex jugoslavo del calibro di Selina O’Leary e dell’attrice croata Severina Vučković. L’elenco delle illustri colonne sonore da lui curate potrebbe continuare a lungo, vantando anche quella per “Gatto nero, gatto bianco”, o il successo di “Underground” di Kusturica, Palma d’oro a Cannes. Vincitore del “Riccio d’Argento” ad agosto di quest’anno, che premia i Migliori Live d’Autore dell’anno, ospite d’onore indiscusso al festival salentino Notte della Taranta… l’elenco dei riconoscimenti è davvero vasto.
La sua musica, calda e coinvolgente, ricca di contaminazioni, porta con sé il bagaglio culturale di una nazione dalla storia travagliata e sofferta, ultimo carro di un mondo globalizzato del tutto indifferente e ignaro di ciò che era e di ciò che ha rappresentato una realtà come L’Ex Iugoslavia, una realtà cosmopolita e logorata dalla guerra come Sarajevo, culla culturale e artistica dimenticata. Una musica dannatamente folk, selvaggia e zingara, che unisce polifonie tradizionali bulgare a chitarre elettriche, percussioni tradizionali con accentuazioni rock che sembra di riconoscere istintivamente, a pelle. Una musica fervida e vivida, che trasporta nei meandri di un passato non troppo lontano nel tempo, non troppo vicino nello spazio, fonte di malinconia e riflessioni ritrovabili nelle parole del poeta simbolo di Sarajevo, città natale di Bregovic: Izet Sarajlić
Ti dedico i miei occhi, le mie labbra, i miei denti.
Le poesie? Che te ne fai delle mie poesie scritte perché non sapevo tacere?
Che te ne fai delle mie poesie che non ti possono amare?
Com’è bello che non siamo né uccelli né devoti all’imbrunire
e non abbiamo le ali ma le braccia.
L’ultima cosa che ci attende non può essere la nostra morte,
perché i desideri del nostro sangue da qualche parte devono continuare.
Tu sei una donna, piccola,
tu sei una piccola donna
e un immortale agosto ti ho portato nelle mie ballate.
Resta col mio ti Amo che sopravviverà a tutte le mie
lamentevoli nenie, a tutte le mie trasformazioni.
Resta accanto ai miei occhi.
Sopravviveremo a noi stessi, non solo nel tumulo delle nostre tombe,
perché abbiamo saputo, abbiamo saputo, teneri e superbi,
fuggendo dai coltelli e dalle granate uccidere gli angeli in noi
continuando a restare angeli.
Posteri, cercateci qualche volta seguendo un filo rosso,
solo i nostri corpi giaceranno sotto la terra muta,
ma calpestate piano,
per non ferire le nostre labbra,
e non pestate i nostri sguardi morti.
Izet Sarajlić (Da Qualcuno ha suonato)
Una musica, che fa venire voglia di celebrare la vita ballando forsennatamente fino all’alba. Tuttavia, è da segnalare che sul sito ufficiale dell’artista, tra le date, non figuri ancora la data catanese: http://www.goranbregovic.rs/tour/
Sperando non sia che una semplice dimenticanza da parte di un musicista parecchio impegnato, invitiamo tutti gli amanti della buona musica e in specie la gioventù universitaria, ad accorrere ad un evento che promette di essere davvero esemplare! E, tanto per smentire un po’ la cattiva reputazione che Catania si è costruita dagli ultimi capodanni a questa parte, invitiamo anche tutti a dare prova di educazione civica evitando di portare bottiglie di vetro da casa, o, comunque, evitando di lasciarle in giro per strade e marciapiedi. Il cambiamento parte in primis dal singolo, si sa. Ognuno di noi puo’ fare tanto per rendere Catania vivibile, anche e soprattutto a Capodanno. Utilizzare appositi cestini e cassonetti dell’immondizia, è già un grande passo avanti per una città più pulita e vivibile per tutti.
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