RIFLESSIVO (Perceiver) : consiste nell’utilizzo opzionale e modulare del cervello basso, ma NON del cervello alto. Questa modalità di funzionamento permette l’esplorazione in profondità del proprio pensiero e delle proprie azioni, situandoli in un contesto più ampio. Gli esempi riportati fanno riferimento a religiosi come il Dalai Lama e scrittori come Emily Dickinson, personalità fondamentalmente schive, discrete, poco inclini ad apparire sotto i riflettori, che in genere non realizzano personalmente grandi progetti e non ricevono meriti trionfali per quanto condotto.
CREATIVO (Stimulator) : rappresenta esattamente l’inverso del modo precedente (riflessivo): si verifica un intenso uso del cervello alto, ma NON del cervello basso. Questo tipo di modalità consente di eseguire progetti anche di una certa complessità, senza tener conto delle possibili conseguenze, vi è una mancanza di flessibilità che induce all’incapacità di sapersi adeguare ad eventuali modifiche dei progetti iniziali al variare delle situazioni. Può trattarsi di persone creative e originali, ma, malgrado ciò, si corre il rischio di sabotare la tempistica, di non fermarsi in tempo, costituendo problemi per loro stessi e per gli altri. L’esempio citato è il campione di golf Tiger Woods, o altri (ben intenzionati) attivisti sociali americani che in conclusione hanno fallito il perseguimento dei propri obiettivi.
ELASTICO (Adaptor) : vede uno scarso uso opzionale sia del cervello alto che di quello basso. Si è incapaci di immaginare e/o portare a termine progetti a lungo termine, si è completamente assorbiti dal contingente e dalle richieste immediate dell’ambiente. Si cade in un rischioso conformismo che porta a imitare la massa, fermo restando che spesso si è giudicati spiritosi e vivaci. Si tratta di persone adatte come membri di una squadra, negli sport e nelle imprese. Tra gli esempi spiccano alcuni celebri campioni americani di baseball e, curiosamente, anche l’attrice Elisabeth Taylor che, nonostante il suo celebre spirito umoristico, è stata incapace di programmare la propria vita privata, come testimoniano i suoi ben otto matrimoni.
Questi modi, alla base dei nostri pensieri e comportamenti, modellano la nostra personalità, secondo gli autori, e grazie a un test sviluppato dallo stesso Kosslyn e presente nel libro si potrà (secondo gli autori) “subito essere in grado di determinare la modalità meglio definisce il proprio pensiero dominante”. Una volta identificato la nostra modalità cognitiva dominante, le possibili applicazioni pratiche sono illimitate: potrebbe influenzare come condurremo gli affari, le nostre relazioni sentimentali o, più genericamente, il nostro “viaggio alla scoperta di noi stessi”.
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