Quello di domenica scorsa non è stato l’ultimo definitivo saluto per i devoti. Quest’ultimi, infatti, aspettano trepidanti l’uscita del 12 Febbraio, quando la Santa Patrona di Catania si riaffaccerà per l’occasione dell’ottava. Esattamente dopo una settimana, Sant’Agata riempe di gioia i cuori di ogni devoto, facendogli brillare gli occhi con la sua bellezza ed il suo splendore.

Dalle 8 del mattino in poi, sarà possibile vedere il suo volto sopra l’altare maggiore del Duomo di Catania, mentre lo scrigno rimarrà esposto nella cappella. Ma la bellezza della giornata non si ferma solo nell’ammirarla: infatti, solo per questa occasione, i vari reliquiari (tra cui mammella, femori, braccia e piedi) vengono posti fuori dallo scrigno e fatti baciare al popolo. Alle 7.30 comincerà la Santa Messa che accoglierà la

Santa, dopo la quale sarà possibile assisterne ad altre durante tutta la giornata, in un susseguirsi di rosari, preghiere e canti inneggianti Sant’Agata.

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Dopo un’intera giornata di esposizione, le reliquie, prima dell’ultima S. Messa serale presieduta da un alto prelato, vengono ricollocate all’interno dello scrigno, e dopo, assieme al simulacro della Santa, portate in processione. Le associazioni agatine e l’Arcivescovo Gristina con i sacerdoti aprono il corteo, che parte dall’uscita laterale del Duomo, sita in Via Vittorio Emanuele per poi continuare il percorso di Piazza Duomo, prima di rientrare in cattedrale e riporre le sacre reliquie dentro il sacello, tra le grida commosse e gli ultimi saluti dei suoi fedeli in lacrime.

I devoti, che portano a spalla la Santa, sorreggendo la “varetta” illuminata, possono anche assistere al giro delle candelore che, dopo questa occasione, vengono riportate nei rispettivi luoghi di appartenenza, tra chiese, garage appositi e rioni.

L’appuntamento con S.Agata è rimandato al 17 Agosto, quando si esegue il cosiddetto “giro largo”, simile a quello dell’ottava, ma ampliato delle vie Dusmet e via San Placido, in occasione dei festeggiamenti spontanei che si verificarono nella notte del 17 agosto dell’anno 1126, quando le spoglie della Santa Martire catanese vennero riportate a Catania da Costantinopoli, dai due soldati Gisliberto e Goselmo.

« Non valser spine e triboli,

non valsero catene;

né il minacciar d’un Preside

a trarla dal suo Bene,

a cui dall’età eterna

fu sacro il vergin fior »

 

 

Mario Rapisardi

Giovanni Munzone

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Giovanni Munzone

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