Dopo il liceo Spedalieri, anche il Boggio Lera. Riparte la mobilitazione degli studenti di Catania che, come ogni anno, si concentra nei giorni che precedono le vacanze natalizie.
Assemblee, auto-gestione e occupazione. Come da tradizione, a dicembre gli studenti delle scuole di Catania occupano gli spazi scolastici per protestare. Ad aver aperto l’ondata di proteste pare siano stati i licei Spedalieri e Boggio Lera, ma non è da escludere che anche le altre scuole possano aderire oggi e nei prossimi giorni. Quali sono i motivi?
Si protesta contro la Buona Scuola, un leitmotiv che collega i numerosi scioperi avvenuti nel corso del 2016 a Catania. In particolare, ad essere sempre sotto accusa è l’alternanza scuola-lavoro. Ma l’occupazione sembrerebbe nascere anche dalla necessità di avere strutture adeguate. E proprio i ragazzi del Boggio Lera chiedono al Comune di Catania che uno dei beni confiscati alla mafia venga assegnato agli studenti catanesi per realizzare dibattiti e per riunirsi. Cercano, insomma, un luogo di aggregazione.
“Noi protestiamo oggi – dichiarano gli studenti del liceo Boggio Lera – perché crediamo che l’alternanza scuola-lavoro, organizzata così com’è serva a nulla. Noi protestiamo perché è dovere degli studenti chiedere alle istituzioni di fare lezione in ambienti consoni e sicuri. Noi protestiamo oggi perché è un dovere civico chiedere al proprio Comune di interessarsi al tema dell’aggregazione studentesca e di essere maggiormente trasparente sul tema dei beni confiscati alla mafia. Chiediamo il rispetto di tutti, della presidenza e dei docenti”.
“Il Comune ha pubblicato un regolamento incerto per la confisca dei beni alla mafia – continuano – e una lista non aggiornata sui beni che sono già stati sottratti. Noi vogliamo che uno di questi beni ci venga concesso per permetterci di fare un’assemblea d’istituto. Non è possibile riunirsi in un cortile o avere una palestra all’interno della quale piove. Noi chiediamo che uno di questi beni venga assegnato a tutti gli studenti di Catania”.
E se qualcuno avesse qualche dubbio sui reali motivi della protesta, c’è anche chi dichiara a gran voce: “Mi dispiace che per le nostre proteste le lezioni si debbano bloccare, mi dispiace per i professori”.
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