Ancora particolari attenzioni al caso Medicina a Enna. Dopo le ultime novità, con il fermo delle aule dell’ospedale Umbero I di Enna da parte della Guardia di Finanza, la Corte d’appello di Caltanissetta ha dato nuovi sviluppi.

Ricordiamo che la Facoltà di Medicina ancora oggi non ha riscosso successo di “appoggi” da parte delle istituzioni. In primis il Miur che già tempo fa aveva fatto sapere della diffida: “L’istituzione di un’Università – aveva affermato Stefania Giannini – non può avvenire per libera iniziativa di privati cittadini, ma deve avere un percorso preciso, in questo caso del tutto inesistente”. Ad aggiungersi all’elenco dei non simpatizzanti ci sono anche i tre rettori delle Università di Palermo, Catania e Messina, che tramite un incontro avevano hanno chiesto l’interruzione dei rapporti tra le strutture regionali e la Fondazione Proserpina che, tra l’altro, a fronte delle informazioni emerse, sembra avere in realtà la natura giuridica di società a responsabilità limitata (e dunque a scopo di lucro). Per ultimo si è aggiunta l’Asp, il cui direttore generale Giovanna Fidelio, dopo aver chiesto un parere a Palermo, ha ritenuto opportuno sfrattare l’Università dai locali dell’Ospedale, dove attualmente si stavano svolgendo le lezioni.
Ciò non basta a scoraggiare Crisafulli e i dirigenti dell’Ateneo Rumeno. Infatti, nonostante abbiano affermato più volte di essere in regola con i documenti, i rumeni intendono ricorrere a livello europeo ed è probabile anche che si verifichi un incidente diplomatico fra Romania ed Italia. Crisafulli, dal canto suo si è detto tranquillo, e in merito alla vicenda dell’apposizione dei sigilli da parte della GdF, avrebbe detto: “Se il problema sono i locali ne troveremo subito degli altri”.
Continueremo a tenervi aggiornati sulla vicenda.













