Gravi perdite a carico del Servizio sanitario nazionale e delle facoltà di Economia e Lingue
A causa della Brexit la Gran Bretagna rischia una fuga in massa di cervelli. A dare l’allarme è stata un rapporto pubblicato dalla British Academy for the Humanities and the Social Sciences secondo cui gli atenei britannici potrebbero perdere nel giro di pochi mesi decine e decine di brillanti menti.
L’emorragia si abbatte, in particolare, su due versanti: da un lato sull’università e dall’altro sul Servizio sanitario nazionale. A voler fare le valigie sarebbero soprattutto docenti e ricercatori dei dipartimenti di Economia e Lingue moderne, con particolare riferimento a quelli che risiedono nell’Irlanda del Nord e nelle Midlands, paesi con un alta concentrazione di abitanti provenienti dai Paesi Europei. A destare particolare preoccupazione sono le perdite che si abbatterebbero sul Servizio sanitario, considerato che, attualmente, operano nel Regno Unito ben 12 mila medici di provenienza europea. Sarebbe, dunque, una perdita che rischia di mettere seriamente in crisi la funzionalità della sanità britannica, perdita che si aggiungerebbe alla fuga di oltre 10 mila europei avvenuta immediatamente dopo il referendum del 2015.
Ad incoraggiare la fuga dei cervelli sarebbe proprio la stessa politica del governo, poco chiara sui diritti degli stessi cittadini europei residenti in Inghilterra. Il mondo accademico britannico ha perso, peraltro, i finanziamenti dell’Unione Europea alla ricerca e vive una brusco calo degli scambi scientifici. Le facoltà più a rischio sono quella di Economia, dove il 36% degli studenti potrebbe tornare a casa, quelle di Lingue moderne (35%), di Matematica (29%), Fisica (28%), Ingegneria chimica (26%), Politica e relazioni internazionali (25%). Le realtà più penalizzate sono però quelle delle Scienze umane e sociali.
Chiaro è stato l’appello al Governo di Ash Amin, responsabile del dipartimento di Geografia a Cambridge e segretario dell’Accademia, che al Guardian ha dichiarato: «È fondamentale che il governo agisca e metta fine all’incertezza. Il rapporto illustra esattamente quello che è in gioco: la posizione del Regno Unito come leader mondiale nell’istruzione superiore e nella ricerca».