Secondo i dati raccolti dal Rapporto di ricerca Almalaurea, il 10,6% dei laureati del 2016 ha svolto durante la carriera universitaria esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di studio.
Più specificatamente, ciò è avvenuto per la maggior parte utilizzando programmi finanziati dall’Unione Europea (Erasmus in primo luogo) e in parte tramite altri programmi studio comunque riconosciuti e convalidati dal corso di studi (Overseas, ecc.). I laureati triennali in genere partecipano in maniera minore a tali tipologie di esperienze rispetto ai laureati magistrali a ciclo unico e a quelli biennali; a questi ultimi si aggiunge un’ulteriore quota di laureati che ha preso parte a programmi di studio all’estero unicamente durante il percorso di studi triennale.
Inoltre, l’8% del complesso dei laureati ha preparato esami all’estero poi convalidati al rientro e il 5% (quota che sale di un po’ fra i laureati magistrali biennali) ha scritto durante il soggiorno studio all’estero una piccola o la maggior parte della tesi. Dal Rapporto AlmaLaurea emerge la figura di un laureato con spiccate doti linguistiche al termine dell’esperienza: la quota 2016 fra gli studenti laureati con una conoscenza “discreta” dell’inglese scritto si aggira sul 76% e arriva a punte ancora più alte tra i laureati magistrali biennali.
Più della metà dei giovani laureati ha invece compiuto un’esperienza di tirocinio curriculare o stage all’estero riconosciuta nel percorso di studi . Nel dettaglio, ha portato a termine un tirocinio più della metà dei laureati triennali , il 41% dei laureati magistrali a ciclo unico (quota consistente per la maggior parte da laureati in Giurisprudenza) e il 58% dei laureati magistrali alla biennale; a questi ultimi si aggiunge una buona quota di giovani che hanno svolto uno stage soltanto durante la triennale, portando la quota totale di laureati magistrali biennali che vanta un tirocinio all’estero da studente a poco meno del 71%. La maggior parte dei giovani che ha svolto un’esperienza all’estero ha espresso un parere molto positivo sulla qualità dello studio e del tirocinio svolto in un ente o un’università estera.
D’ altro canto però, durante gli ultimi dieci anni è purtroppo andato a decrescere il numero di laureati che vanta un’esperienza di lavoro durante il percorso universitario, certamente a causa della crisi economica ma anche della riduzione della fetta di studenti di età adulta iscritta all’università. Le statistiche recenti hanno evidenziato come su 10 studenti più della metà abbiano conseguito la laurea lavorando in maniera stabile durante gli studi (lavoratori-studenti); gli studenti-lavoratori, ovvero gli studenti che hanno lavorato occasionalmente durante gli studi, rappresentano, invece, sono più della metà secondo le quote del 2016. Parallelamente, il tasso di laureati che raggiungono il titolo di laurea senza avere avuto alcuna esperienza lavorativa arriva al 35% .
AlmaLaurea mostra, attraverso approfondite indagini, come svolgere qualche mese o un anno di studio o un tirocinio all’estero , avere lavorato anche solo in modo occasionale durante gli studi è un buon incentivo alla possibilità di impiego ad un anno dalla conclusione del percorso universitario. Più in dettaglio, le esperienze di studio all’estero con programmi europei aumentano le possibilità occupazionali del 12%, i tirocini dell’8% e aver lavorato occasionalmente durante gli studi del 48%. Inoltre, svolgere un tirocinio o un periodo di tempo all’estero per studio non ritarda in alcun modo la data di conseguimento del titolo di laurea, anzi, aumenta la possibilità di conseguire un buon punteggio finale.