Quarantasei anni – di carriera – e non sentirli; la bellezza di quarantatré album prodotti e migliaia di concerti tenuti in tutto il mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, da tutta Europa fino a Giappone e Corea del Sud. Tutto questo rientra nel bagaglio musicale della Premiata Forneria Marconi, tra i più longevi gruppi italiani e anche tra i più originali ed apprezzati da ogni parte del globo. Ieri sera, il gruppo è tornato a Catania, per un grande concerto, “All the Best”, che ha deliziato le orecchie di storici fans ma anche di molti studenti “buongustai”.
“PFM” non è solo l’abbreviazione con cui il gruppo è noto ai più ma un autentico “marchio” impresso nella storia del progressive rock. Suoni sintetizzati, virtuosismi di chitarra e violino, i giri di basso e gli inconfondibili rulli di batteria hanno creato, all’interno del teatro Metropolitan di Catania, un’atmosfera “vulcanica”, con un pubblico in delirio trascinato dall’intramontabile frontman, Franz di Cioccio, che, nonostante i 70 anni – di cui più della metà, sul palco – dimostra di avere ancora energia da vendere e una gran voglia di saltellare sul palco tra microfono e batteria, come accaduto ieri, sebbene lui stesso abbia ammesso, sul finire della serata, di essere quasi senza voce dall’euforia. E dopo la “tempesta prog”, straordinariamente sintetizzata da un omaggio finale a Fabrizio de Andrè (con cui la band ha tenuto una memorabile tournée, ndr), i “fedelissimi” rimasti hanno resistito fino alle ore 1.00 per poter riabbracciare i musicisti ed avere l’occasione di aver firmati biglietti, vinili e magliette, insieme alle immancabili foto di rito. Per l’occasione, LiveUniCT ha incontrato gli storici membri fondatori.
“Sono affezionato alla Sicilia e, in particolar modo, a Catania” – dichiara Marco Sfogli, virtuoso (e talentoso) chitarrista entrato nella formazione dal 2015, in sostituzione del veterano Franco Mussida; “Questa è la quarta volta che vengo qua, la prima con la PFM, dato che in precedenza ho tenuto alcuni seminari di chitarra”. Per Marco, abbiamo riservato una domanda trabocchetto, cercando di capire cosa sia più emozionante tra suonare la chitarra o esibirsi a Catania :”Direi che mi emoziono a suonare la chitarra a Catania, per essere politicamente corretto” – scherza il musicista.
Le emozioni non sono mancate neanche per il bassista del gruppo, Patrick Djivas, noto al pubblico per essere stato fondatore di un’altra band progressive, gli Area, e per la lunga militanza presso gli stessi PFM :“Anche per me è sempre fantastico suonare qua in Sicilia” – afferma. E data la notevole presenza di giovani studenti, aggiunge :” Mi emoziono ancor di più, sapendo che anche molti giovani d’oggi apprezzano la nostra musica e vengono ai nostri concerti. Devo anche dire che io di concerti ne ho fatti oltre cinquemila e se mi emozionassi così ad ogni concerto, penso che sarei già morto”.
E infine, la parola passa a Franz di Cioccio, frizzante leader e fondatore del gruppo, ora diviso tra batteria e voce. Sono molti i giovani che studiano all’università e spesso suonano uno strumento ma a cosa dare la priorità? “Io non ho mai studiato” – afferma sorridente Di Cioccio – “Però, se ti dedichi ad uno strumento, è sempre importante suonare col cuore, prima ancora della tecnica, che spesso ti può fregare”.
La band saluta quindi Catania e si appresta a concludere le tappe siciliane con altri due spettacoli tra Palermo e Pace del Mela, nel messinese. E, chiaramente, non potevano mancare i ricordi di Catania: oltre alle cartoline dell’Etna e qualche arancino sullo stomaco, i leader si sono congedati dai fans con un affettuoso “Minchia, alla prossima!”.