È stato accolto da un’aula gremita di studenti il prof. Ivano Dionigi, latinista ed ex rettore dell’Alma Mater di Bologna, che ieri è stato ospite dell’Università di Catania.
L’attualità del presente è il tema del suo nuovo libro, intitolato “Il presente non basta – La lezione del latino”, che invita a riscoprire il valore di una lingua che viene sempre e solo definita “morta”. E morta lo è di fatto, come sostiene l’ex rettore, che citando Eliot ricorda quanto sia importante “Spartire l’eredità di questa lingua”.
Non si è parlato di declinazioni e piuccheperfetti nell’aula A1 del Monastero dei Benedettini, dove l’intervento del Professore è stato introdotto da Marina Paino, neo-direttrice del Disum, da Rosa Maria D’Angelo, prof.ssa di Letteratura latina, con la presenza dell’ex rettore Giacomo Pignataro. Quella di ieri è stata una lezione di comunicazione, mista a una riflessione sui problemi della contemporaneità, che ha tenuto i ragazzi incollati alle parole di Ivano Dionigi.
“Il latino ci insegna a parlar bene, – ha raccontato il prof. Dionigi a LiveUniCT – perché ci restituisce un’identità e il significato originario delle parole. Il latino è la lingua madre dell’italiano e, in un periodo in cui non si sa comunicare, parlare bene è fondamentale. Il latino può restituirci il valore originario delle parole, che stiamo smarrendo in un momento come questo, in cui creiamo una lingua sintetica, una lingua anonima, senz’anima”.
“Si scrive latino ma è sinonimo di greco, di storia, filosofia e italiano. – continua l’ex rettore – Io credo che oggi abbiamo un grande bisogno di dare una dimensione storica: i giovani sono molto informati per quanto riguarda lo spazio, ma noi gli abbiamo staccato dalla spina della storia del tempo. Il latino, che è la lingua che per lunghi secoli è stata utilizzata dalla scienza, dalla chiesa e dalla politica, ti restituisce questa dimensione storica”.
Il latino ha un’anima ed è una lingua rivolta al futuro, secondo il prof. Dionigi: “Il latino è fondamentale per dialogare con le tecnologie, – ha spiegato – che forniscono risposte, ma chi pone delle domande? Oggi il tema della globalizzazione e tanti temi non fanno che riproporre sotto mutate forme le stesse tematiche: l’impero romano, la moneta unica, l’ellenismo per fare qualche esempio”.
Immancabile la riflessione sul ruolo degli umanisti e sul mondo del lavoro, che suona come un incoraggiamento per tutti gli studenti presenti: “Oggi lo scienziato, – ha concluso Ivano Dionigi – che deve dare delle risposte, si deve necessariamente confrontare con chi ha questa dimensione della storia, con chi conosce i problemi e che si pone dei perché. Io vedo una grande opportunità in questa alleanza tra sapere tecnologico e umanistico. Non esistono due culture, esistono linguaggi diversi di una stessa cultura. Poi il latino è sinonimo dei classici: questi autori vanno interrogati in base ai problemi del presente”.