“We’re working hard to make Twitter safer” annuncia l’account del social network fondato nel 2006 da Jack Dorsey.
Ogni giorno sui social network più amati e frequentati è possibile incappare nelle bufale e in account il cui unico scopo è generare scompiglio o facendo cattiva informazione oppure celando le loro identità per fini quali le molestie. Senza dimenticare i casi di appropriazione di dati e foto altrui.
Così Twitter ha deciso di intervenire con una massiccia campagna i cui obiettivi sono non solo la cancellazione dei tweet offensivi o che lanciano notizie infondate dal motore di ricerca, ma anche l’impossibilità per chi è stato già bannato da altri utenti di creare nuovi account.
In Germania e Francia sono stati presi provvedimenti in tal senso, affidando rispettivamente a delle compagnie informatiche e a otto testate giornalistiche il compito di verificare i fatti (fact checking) e sventare la riproposizione di fake news su Facebook.
La connessione con le elezioni politiche che a breve toccheranno i due paesi è evidente, maturata certamente dopo le polemiche che nei mesi scorsi hanno colpito gli USA in piena campagna elettorale, quando i messaggi di istigazione all’odio erano all’ordine del giorno nei “botta e risposta” tra i sostenitori di Donald Trump o di Hillary Clinton. Ad esempio, il giornalista e youtuber inglese di estrema destra Milo Yiannopoulos, favorevole al neo presidente americano, è stato definitivamente bannato da Twitter nel giugno 2016 per aver espresso giudizi poco lusinghieri nei confronti della comica afroamericana Leslie Jones.
In Italia la Presidente della Camera Laura Boldrini porta avanti da diverso tempo la lotta alla disinformazione, ai commenti ingiuriosi pubblicati sui social e a tutti gli atti violenti che hanno origine sul web, come il cyberbullismo.