Facebook ha assunto oggi la forma di un diario personale, nel vero senso della parola. Capita spesso di ritrovarsi a leggere telecronaca della giornata andata male, lamentele, massime filosofiche, esaltazione di se stessi e uno spropositato amor proprio. Dalla casalinga disperata allo snob di turno, dai piccioncini alla fantamodelle. Ma tutto questo interessa davvero a chi si trova a leggere i post nella home?
Il problema va ricercato nell’uso sbagliato che talvolta si fa del social, che certamente รจ una vetrina delle nostre vite, ma non per questo bisogna mettere in mostra anche i nostri piรน intimi pensieri, forse piuttosto sarebbe meglio destinare questi a chi realmente li suscita in noi. Quanto puรฒ appagare comunicare al popolo di Facebook che nostro figlio ha la febbre, per la terza volta in un mese, oppure che uno studente ha preso 30 e lode ad un esame?!
Nel primo caso, forse, si cerca conforto in altre mamme, anche se per argomenti specifici ormai esistono gruppi e pagine create per categorie, ma nel secondo caso lo scopo puรฒ essere solo quello di vantarsi di una propria personale conquista, sudata e raggiunta a denti stretti. Perchรฉ dunque renderla pubblica? E ancora mostra di essere il messaggio scritto in bacheca, ma rivolto a pochi eletti, e introdotto da un’insignificante “Chi doveva capire, ha capito”…e se poi invece il nostro interlocutore non capisce? Resta tutto vano. E ancora: “Docciatime, caffetime, appena rientrata dalla palestra, ora si esce”.
In fin dei conti, tutto รจ soggetto ad un uso errato, ma non per questo deve venire proibito. Infatti Facebook apre le porte a tutti, giovani e meno giovani, ma spesso diventa un luogo dove scrivere cose ovvie, insensate o poco interessanti lasciando spazio a chi, insoddisfatto dei rapporti nella vita, trova nel social network un modo per sfogare tutta la sua rabbia e/o mostrare discorsi quasi da Oscar che mai riuscirebbe a pronunciare in pubblico, un pubblico perรฒ fatto di carne ed ossa.
In questo caso sarร meglio ricordare che “Less is more”.