Studiare all’università ha un costo, ma l’Ateneo catanese sostiene le ragazze madri e gli studenti in difficoltà economiche.
L’Università di Catania da anni lascia immutata la tassa di iscrizione di 478 euro, a cui si aggiunge un contributo di massimo 1280 euro se, per l’indicatore della condizione economica, si raggiungono i 51.001 euro. Chi possiede un indicatore inferiore ai 15 mila è esonerato dal pagamento delle tasse, mentre i contributi decrescono per chi ha un reddito basso, ma superiore ai 15 mila.
Se ci si sposta a Messina, la tassa è di 389 euro, ma il contributo sarà di 1590 euro per chi supera i 50.001 euro, mentre di 1.740 se si va oltre i 60.001 euro. Anche all’Università di Messina i contributi diminuiscono per i redditi più bassi, per chi possiede un Iseeu sotto i 6000 euro il contributo è di 80 euro.
Ma l’Ateneo catanese ha avviato altre iniziative per sostenere le fasce più deboli. Per le ragazze madri e con figli sotto i sei anni, è prevista l’annullamento della tasse regionale. Per gli studenti che si trovino improvvisamente in condizioni economiche disagiate, è disponibile un fondo. Non è previsto il pagamento delle tasse nemmeno per figli o studenti vittime di mafia, di terrorismo o ragazzi che hanno una disabilità superiore al 66%.
L’esonero dal pagamento della tassa è previsto anche per l’Università di Messina. Mentre alla Kore di Enna, università privata, vi sono premi, finanziamenti e riduzioni di tasse per gli studenti meritevoli o in condizioni disagiate.