Catania in prima linea a sostegno delle famiglie meno abbienti. La città etnea è stata la prima tra le siciliane a dare l’avvio al progetto degli “Empori solidali”. Si tratta di supermercati nei quali le persone in stato di bisogno potranno “acquistare” prodotti di ogni tipo, dai beni alimentari a capi d’abbigliamento a prodotti per la casa, a titolo gratuito, prestando, in cambio, servizio all’interno dell’emporio stesso, dando una mano ai volontari. Le persone interessate avranno diritto ad una card ricaricabile a punti, quando si arriva alla cassa, per ogni bene scelto dagli scaffali, si defalca il corrispondente punteggio.
Il primo “Emporio solidale” di Sicilia si trova in via Luigi Sturzo 91 e gli organizzatori intendono precisare di come non si tratti di un attività a fine esclusivamente caritatevole, le famiglie che hanno diritto ad acquistare i prodotti dell’emporio sono infatti individuate tramite severi criteri, ossia il reddito certificato dall’Isee, la presenza nel nucleo familiare di minori, malati, disabili, anziani, la mancanza di occupazione, l’essere sotto sfratto e altri ancora. Ad ognuno di questi criteri viene associato un punteggio, in maniera tale da garantire alle persone realmente in stato di bisogno l’accesso all’Emporio.
Quando la card solidale si esaurisce i punti non vengono automaticamente reinseriti, ma solo dopo una nuova verifica dei requisiti. Ciò avviene perché il fine ultimo del progetto degli empori solidali è quello di far sì che a poco a poco i fruitori riescano ad uscire autonomamente dalle precarie condizioni in cui hanno versato. Il sostegno, infatti, ambisce ad essere di breve e temporanea durata, in modo da consentire ai fruitori una ‘tregua’ dalle difficoltà quotidiane. Seguendo questo scopo è data la possibilità si incrementare il numero dei punti della card prestando servizio all’interno dell’emporio, concedendo il proprio tempo e le proprie competenze al fine d’aiutare l’attività e le associazioni che sorreggono gli empori.
Stando a questo, tra i criteri di selezione, oltre ai dati economici, vi sono anche le competenze personali, riconoscerle mettendosi di nuovo in gioco è il primo passo per potersi rimettere in moto e camminare autonomamente. L’individuazione dei soggetti potenzialmente ascrivibili al progetto è affidata a volontari appositamente formati a questo scopo, assistenti sociali, consulenti del lavoro e psicologi.
L’«emporio solidale» sarà aperto due volte a settimana per i beni a lunga conservazione (pasta, riso, pomodori pelati, tonno, carne, biscotti, prodotti per l’infanzia, a partire dai pannolini, saponi, shampoo, detersivi, dentifrici….) e ogni giorno, 24 ore su 24, per quelli freschi. In quest’ultimo caso, negli spazi di via Luigi Sturzo interessati all’iniziativa sarà possibile ritirare prodotti freschi a qualsiasi ora del giorno, attraverso una finestrella aperta ai fruitori, come nelle farmacie notturne, concedendo anche ai clochard senza fissa dimora di ottenere la residenza anagrafica e accedere ai prodotti di consumo.
Gli enti interessati attivamente nel servizio di rifornimento degli emporio sono numerosi, dal Banco Alimentare ai centri di distribuzione piccoli e medi, tra cui anche bar, ristoranti o singoli cittadini.
Il progetto è stato ideato dal coordinamento di associazioni di volontariato «Mettiamoci in rete», L’organizzazione si basa sul sostegno finanziario della «Fondazione con il Sud» grazie alla quale le associazioni hanno potuto affittare le botteghe dove realizzare l’emporio