Per la rubrica alza la voce, ci segnalano una raccolta firme partita dalla facoltà di lettere e filosofia, con lo scopo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle vicende accadute in Nigeria lo scorso Aprile.
Parte dalla facoltà di Lettere e Filosofia una raccolta firme, per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle vicende accadute in Nigeria lo scorso Aprile: il rapimento di quasi trecento ragazze ad opera del gruppo estremista Boko Haram.
Gli integralisti, agendo in nome di Allah, hanno strappato le giovani dalle loro famiglie perché “colpevoli” di studiare. Un atto vile che non ha lasciato indifferenti gli studenti che chiedono alla città, alle associazioni studentesche, politiche e religiose di mobilitarsi attraverso petizioni e proteste, per smuovere le coscienze del nostro Paese. La speranza è che anche l’Italia sull’esempio di Usa, Gran Bretagna, Francia e Cina, si unisca con determinazione alle ricerche delle ragazze.
Finora sono state raccolte poco piùdi 100 firme, una piccola goccia, preziosa per non sprofondare nell’indifferenza.
E’ trascorso un mese dal rapimento delle donne dalla scuola di Chibok. Apprendiamo delle loro sorti, attraverso video girati e diffusi dagli stessi boia, che le ritraggono come serve miti di Allah, libere dalle catene dei modelli occidentali. Costrette a recitare versi del Corano, hanno il volto incorniciato dal velo che sono state costrette ad indossare. Mentre tutto il mondo si indigna e grida alla violazione dei diritti umani, come spesso ci ècapitato di osservare, l’Italia è la grande assente. Delegare l’elenco di colpe e mancanze ai nostri politici è certamente facile, visto le quotidiane delusioni con le quali umiliano il nostro Paese, ma non è abbastanza. L’opinione pubblica che dovrebbe scatenarsi vivacemente a partire dalle mura delle nostre facoltà, dà spesso voce alla sfiducia e al pessimismo. Gli studenti pensano di non potere fare nulla, ma questo è già un primo passo falso.
Si può cominciare, ad esempio, da una riflessione comune, dalla presa di coscienza che studiare ci aiuta ad alimentare quell’essenziale spirito critico per osservare con occhi diversi quello che ci accade. Un potere, quello della conoscenza, da cui gli estremisti si sentono minacciati e che per questo, hanno cercato di arginare con la forza e la presunzione.
Dopo la riflessione, il secondo passo, forse quello più difficile, ma doveroso è AGIRE.
Ramona Tafuri