I lavori per il raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Castelbuono, in provincia di Palermo, proseguono a ritmo sostenuto. Il progetto, suddiviso in due lotti, prevede un investimento superiore al miliardo di euro e dovrebbe concludersi entro il 2027. Tuttavia, nonostante l’ingente spesa, i pendolari che ogni giorno viaggiano tra Palermo e Messina non vedranno alcuna riduzione nei tempi di percorrenza. Questo è solo uno dei tanti paradossi delle infrastrutture ferroviarie in Sicilia, dove gli investimenti non sempre si traducono in reali miglioramenti per gli utenti.
Un boom di investimenti, ma Messina resta penalizzata
Secondo il Ministero delle Infrastrutture, la Sicilia sta ricevendo il più grande finanziamento pubblico per i trasporti dal dopoguerra a oggi: un totale di 23 miliardi di euro, di cui 18 già finanziati. Gran parte dei lavori sono gestiti da WeBuild, il colosso candidato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, mentre il cantiere Fiumetorto-Castelbuono è affidato a Toto Costruzioni. Eppure, nonostante questa pioggia di fondi, la città di Messina, che avrebbe dovuto beneficiare in modo particolare dei nuovi progetti, continua a essere penalizzata.
Tempi di percorrenza illogici e ritardi nei cantieri
A causa della pianificazione delle opere e del ritardo accumulato nei cantieri, dal 2030 un viaggio tra Messina e Palermo potrebbe risultare più rapido se effettuato passando per Catania, allungando il percorso di 100 km. Attualmente, il tempo di percorrenza diretto è di circa 3 ore; nel 2030, secondo le previsioni, sarà di 2 ore e 45 minuti, ma con un tragitto più lungo. Questo scenario evidenzia ancora una volta le criticità delle infrastrutture siciliane: investimenti imponenti che, anziché migliorare la qualità del trasporto ferroviario, sembrano seguire logiche che sfuggono alle reali esigenze dei cittadini.













