AlmaLaurea 2024: torna con la XXVI Indagine sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia. A partecipare circa 660 studenti, un campione che racchiude in sรฉ la situazione dei giovani del nostro paese. Dalla Sintesi del rapporto 2024 ricaviamo dati preziosi, in questo articolo vedremo le statistiche riguardando il tasso occupazionale dei neolaureati. al riesamina si riferisce naturalmente ai dati raccolti nel concluso 2023.
AlmaLaurea 2024: Tasso di occupazione
Lo scorso anno si รจ registrato un calo dell’occupazione per i neolaureati che interrompe il trend positivo degli ultimi anni, che vedeva un lieve miglioramento. La situazione cambia se si considera il campione dei laureati che dal conseguimento del titolo hanno aspettato tre/cinque anni: in questa fascia si registra l’indice occupazionale piรน alto degli ultimi dieci anni.
Parlando di decenni รจ bene ricordare che i tassi occupazionali si mantengono in generale per tutto il 2023 pari o superiori a quelli registrati nel periodo pre-Covid.ย
Se volete guardare alle statistiche precise vi forniamo alcune cifre: per i laureato ad un anno dal conseguimento del titolo il tasso d’occupazione รจ pari al 74,1% tra i laureati di primo livello; al 75,7% tra i laureati di secondo livello. Mentre a distanza di tre e cinque anni troviamo cifre pari al 90,5% ย e lโ85,4% rispettivamente per il primo e il secondo livello di laurea.
AlmaLaurea 2024: Tasso di disoccupazione
Secondo le statistiche la disoccupazione post laurea รจ del 9,4% – 10,6% dopo un anno, il che indica un miglioramento per gli studenti in possesso di una laurea di primo livello e il contrario per quelli del secondo, con una tendenza opposta agli anni precedenti durante i quali si era verificata una contrazione del tasso.
Sempre a distanza di tre anni il tasso scende al 5% e 6%; a distanza di cinque arriviamo al 3% e al 4,6% per le lauree di secondo livello. Quest’ultime si riconfermano le piรน penalizzate, con un leggero incremento dei valori rispetto il 2022.
AlmaLaurea 2024: le mansioni dei neolavoratori
Fondato sulle risposte di tutti coloro che dichiarano di svolgere unโattivitaฬ retribuita, comprese quelle di formazione post-laurea, quali ad esempio tirocinio, praticantato, dottorato di ricerca, scuola di specializzazione, il rapporto mostra le forme di lavoro piรน diffuse.
ย A un anno dal titolo abbiamo:
- In cima i contratti alle dipendenze a tempo indeterminato (34,9% tra gli occupati di primo livello e 26,5% tra quelli di secondo livello), confermando in generale ย il trend di aumento dei contratti a tempo indeterminato.
- ย I contratti a tempo determinato (30,0% e 25,1%, rispettivamente).
- ย I contratti formativi (17,5% e 25,0%, rispettivamente).
- Svolge invece unโattivitaฬ in proprio il 10,1% degli occupati di primo livello e lโ8,4% degli occupati di secondo livello.
- ย Le attivitaฬ sostenute da borsa o assegno di ricerca sono diffuse soprattutto tra i laureati di secondo livello (8,8%).
- Il lavoro non regolamentato riguarda lโ1,1%
ย A distanza di cinque anni dal conseguimento del titolo:
- La quota del contratto a tempo indeterminato supera la metaฬ degli occupati con il 72,7% tra i laureati di primo livello e il 52,6% tra quelli di secondo livello.
- Eฬ assunto con un contratto a tempo determinato lโ8,8% dei laureati di primo livello e il 13,9% di quelli di secondo livello.
- I contratti formativi coinvolgono rispettivamente il 4,1% e il 9,0% degli occupati.
- Le attivitaฬ in proprio riguardano invece lโ8,9% degli occupati di primo livello e ben il 17,3% di quelli di secondo livello.
- Il lavoro non regolamentato riguarda un tasso inferiore all’1 che va dallo 0,7% allo 0,3%,
- Le altre forme contrattuali contano percentuali inferiori al 5%.