Già dal 2008, secondo delle raccolte dati specifiche, emergeva che il tasso di natalità stava nettamente diminuendo, in tutta Italia. I dati di riferimento dell’anno scorso, del 2021, mostrano come i primi figli ammontano a 186.485, il 46,6% del totale delle nascite. Un fenomeno che ha avuto questo periodo di scesa, in quasi tutte le regioni ad accezione di Bolzano che presenta invece dei lievi aumenti di tasso di natalità.
Dati che dimostrano come molte coppie ad oggi nel 2022, hanno delle vere difficoltà nel formare la propria famiglia con figli, problematica che fino a poco tempo fa, nel 2008 era diversificata, quando la vera criticità riguardava soprattutto il passaggio dal primo al secondo figlio.
L’Umbria per il centro, sembra avere il primato in questa vicenda, con un tasso di denatalità del -34,3% e dei nati del primo ordine con un -38,2%. Al nord invece, la Valle D’Aosta con -42,6% nel complesso e -48,4% per il primo ordine. Il sud invece, in Sicilia, il tasso di denatalità presenta dei dati nettamente inferiori di denatalità rispetto al resto d’Italia, con un -25,3% sul totale e -27,0% per i primi figli.
Tra le cause di questo fenomeno, abbiamo sicuramente la prolungata permanenza dei giovani nelle famiglie d’origine, il protrarsi dei tempi di formazione professionale, le differenti difficoltà dei giovani di entrare nel mondo del lavoro, le difficoltà di poter avere una stabilità economica e così via. Tutti fattori correlati tra loro che impediscono dunque l’ampliarsi delle giovani famiglia italiane.