Il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea conduce annualmente indagini sul profilo e sulla condizione occupazionale dei diplomati in master, dei dottori di ricerca e dei laureati italiani.
È possibile, tra il resto, delineare le caratteristiche principali dei neolaureati del dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico chirurgiche dell’ateneo catanese: questo include sia le magistrali a ciclo unico di Medicina e chirurgia e di Odontoiatria che le triennali in Ostetricia e Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare.
AlmaLaurea 2021, con quali lauree si guadagna di più?
Indagine AlmaLaurea: il profilo dei laureati in Medicina di Unict
I primi numeri analizzati sono quelli contenuti nella nuova indagine AlmaLaurea sul profilo dei nei-dottori 2020 del dipartimento in questione. Nello specifico, hanno compilato il questionario 396 ex studenti, a fronte di 464 laureati.
In primo luogo emerge che il ben 83,4% di questi studenti ha proceduto con l’immatricolazione entro i 19 anni o con al massimo un anno di ritardo. Si tratta di un’ottima percentuale, certo, ma più bassa rispetto all’87,3% estrapolato dalla rassegna AlmaLaurea relativa al 2019. Inoltre, il voto di diploma presentato è, in media, 90.
Si riduce anche il tasso di laureati con precedenti esperienze universitarie non portate a termine: si passa dal 37,2% dello scorso anno al nuovo 33,3%.
Nel corso del percorso di studi, quali risultati hanno ottenuto questi laureati? Secondo l’ultima indagine, i voti legati ai diversi esami hanno permesso loro di totalizzare una media pari a 27,9 su 30. Si sfiora, dunque, il 28 mentre un anno fa l’indagine dello stesso consorzio aveva indicato un punteggio medio di 28,4.
Infine, andranno indicati i dati relativi al conseguimento del titolo. Nello specifico, la maggior parte degli studenti in Medicina indossa l’ambita corona d’alloro tra i 25 e i 26 anni col voto di 111,1 (nel rapporto Almalaurea il voto di 110 e lode viene espresso in 113): si tratta del ben 49,4%, una percentuale più alta rispetto al 41,6% del 2020. La nuova indagine, inoltre, evidenzia che il 28,2% si laurea dai 27 anni in su mentre solo il 21,1% tra i 23 e i 24 anni. In media, i loro studi durano 6,8 anni.
Laureati in Medicina di Unict: condizioni di studio e giudizi sul proprio corso
Tra i punti analizzati dalla XXIII Indagine, spiccano le condizioni di studio dei laureati in Medicina. Si esplicita, per esempio, che il 94,9% (contro il 95,5% dello scorso anno) di questi studenti ha regolarmente frequentato più del 75% degli insegnamenti previsti dal proprio corso di laurea. Dunque, il dato in questione si mantiene pressoché stabile ed alto ma, anche quest’anno, andrà considerato che diversi corsi prevedono l’obbligo di frequenza.
Inoltre, si contano ancora pochi laureati in Medicina con alle spalle un periodo di studi all’estero: questi corrispondono al solo 7,6% del totale dei soggetti intervistati, poco più rispetto a quelli indicati nei dati dell’anno precedente (7,1%).
In quanti sono riusciti a studiare e lavorare simultaneamente? Secondo le statistiche, il 72% dei laureati in questione non conta alcuna esperienza lavorativa. È un numero in linea con quanto dichiarato dagli intervistati in merito alla classe sociale d’origine: in effetti, il 42,9% si identifica con quella elevata.
Al termine del percorso di studi intrapreso, il 35,4% degli studenti si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di laurea scelto. Il ben 70,5% sceglierebbe di nuovo l’Università degli Studi di Catania e, più nello specifico, lo stesso corso di studi.
Al contrario, il 24,2% opterebbe per lo stesso corso ma si immatricolerebbe presso un altro ateneo. Per quali ragioni? Tale scelta potrebbe essere ricondotta alla mancanza o inadeguatezza di alcuni servizi. Più della metà degli studenti di Medicina ha affermato di non aver utilizzato le postazioni informatiche. Inoltre, il 30,3% degli studenti giudica le attrezzature utili a svolgere attività didattiche alternative (quali, per esempio, laboratorio attività pratiche) “raramente adeguate”.
Migliora, al contrario, il giudizio sulle aule universitarie. Se l’anno scorso il solo 14,4% dei laureati considerava tali locali “sempre o quasi sempre adeguati”, quest’anno la stessa positiva etichetta è affibbiata da oltre il doppio degli studenti (il 31,9%).
Laureati in Medicina Unict: quali prospettive sul futuro lavoro?
Laurearsi non può essere il solo desiderio di questi giovani neo-dottori: una volta ottenuto il titolo, si inizia a pensare ad una carriera. Anche secondo questo rapporto, la gran parte degli intervistati ambisce a lavorare in Sicilia. Più in particolare, il 75,3% desidera ottenere un impiego all’interno della provincia degli studi mentre il 66,9% in quella di residenza.
Tuttavia, oltre la metà dei laureati in questione non sarebbe restio a trasferte di lavoro con conseguenti trasferimenti di residenza. Infine, un lavoro a tempo pieno ed un contratto a tutele crescente restano gli obiettivi di quasi la totalità di questi futuri professionisti.
Condizione occupazionale degli ex studenti di Medicina Unict
Le aspettative vengono rispettate? L’ultima indagine sulla condizione occupazione, a cui hanno partecipato 273 ex studenti a fronte di 370 laureati complessivi, tenta di rispondere a questa domanda.
Secondo i dati, per gli studenti di un corso magistrale a ciclo unico passano in media circa 8 mesi dal giorno della laurea a quello del reperimento del primo lavoro. I mesi si riducono a quasi 5 per chi ottiene una laurea di primo livello.
A distanza di un anno dalla laurea magistrale a ciclo unico, oltre la metà degli intervistati, il 51,2%, svolge un’attività lavorativa retribuita. Il tasso di occupazione, sempre dopo 12 mesi, si riduce al 33,3% per chi ha frequentato un corso di laurea triennale. Inoltre, oltre il 90% del collettivo selezionato lavora nelle Isole, molto probabilmente in Sicilia: è un dato in linea con quello estrapolato dalla rassegna resa pubblica nel 2020.
Gli uomini precedentemente iscritti al dipartimento in questione trovano più facilmente un impiego, in ogni caso: il ben 50% di loro gode di un posto di lavoro già dopo una laurea di primo livello mentre le donne raggiungono soltanto il 30,8%.
Anche nel caso di una laurea a ciclo unico esiste uno scarto, seppur minimo: il 68,4% di uomini impiegati contro il 65,6% di donne. I dati si invertono, tuttavia, se si fa riferimento ai guadagni.
La retribuzione mensile netta a seguito di una laurea di primo livello è in media di €1.126 per gli uomini mentre ammonta a €1.563 per le donne. Aumentano significativamente gli stipendi dopo una laurea magistrale a ciclo unico: €2.073 per gli uomini e €2.146 per le donne.
In seguito ad una laurea a ciclo unico, tutti neo-dottori intervistati considerano il titolo “molto efficace” o “efficace” per il lavoro svolto. Si tratta di un giudizio condiviso dall’80% di chi ha scelto una laurea di primo livello.
Infine, in una scala da 1 a 10, gli ex studenti del dipartimento dell’ateneo catanese si dicono abbastanza soddisfatti per l’impiego ottenuto: i soggetti con laurea triennali attribuiscono a questo un buon 7,4 mentre gli altri un 8.