Non ci sono ancora notizie dal Governo Draghi per la riapertura di palestre e piscine. Ci si attendeva un rientro con la scadenza dell’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte prevista il 5 marzo. Si era parlato di riaprire in sicurezza ma, nonostante le norme dettate dal Cts per lo sport al chiuso, la via da intraprendere sembrerebbe essere ancora una volta, quella improntata alla prudenza.
Decisione che ancora una volta mette in ginocchio i gestori e responsabili dei centri sportivi, uno dei settori messi totalmente in ginocchio dalla pandemia, speranzosi nella riapertura di palestre e piscine.
Un grido di aiuto dall’Anif Eurowellness
Questa la ragione per cui l’Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, l’Anif Eurowellness si è preoccupata di parlare al presidente Draghi. È così che i gestori e i titolari dei centri sportivi italiani hanno inviato una lettera per chiedere tutela e sostegno per lo sport.
“I centri sportivi sono luoghi di prevenzione e non di trasmissione del virus, in quanto adottano protocolli severissimi per impedirne il contagio” scrivono. E chiedono di “Riaprire presto, ricevere i ristori necessari e sufficienti alla ripresa, portare a termine la riforma dello sport“. E ancora: “Ci auguriamo che al più presto lei, Presidente, possa indicarci un referente nel campo dello sport”.
Ancora scetticismi
C’è, invece, chi non la pensa così e chiede ancora tempo per la riapertura di palestre e piscine. È il caso di Fabrizio Pregliasco, virologo e Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. In un’intervista a Rai Radio 2 è così intervenuto: “Prima ci vuole una campagna vaccinale e qualche mese ancora, serve il 20-30% di popolazione vaccinata. Iniziamo a prepararci e cerchiamo di non dare comunicazione maldestre come quelle sulle piste da sci”.